Interferenti endocrini: dai giocattoli alle creme. La mappa del rischio

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Cancro, pubertà precoce, obesità, disturbi riproduttivi maschili e femminili ed effetti sullo sviluppo neurologico. Quando parliamo degli interferenti endocrini e dei loro rischi facciamo riferimento a questi e a tanti altri disordini. L’incertezza nella descrizione degli effetti avversi non è dovuta ad un eccesso di superficialità ma alla complessità del sistema endocrino. Ne abbiamo parlato, nel giornale in edicola (che si può acquistare anche qui) con Giancarlo Panzica, dipartimento di Neuroscienze e NICO – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi dell’Università di Torino, che ci ha spiegato, tra le altre cose come sia difficile ridurre l’esposizione e giungere a una regolamentazione davvero efficace.

Gli interferenti nelle urine dei bambini

I rischi non risparmiano neanche i bambini: basti pensare che di recente i nostri colleghi svizzeri di Bon a Savoir hanno raccolto e fatto analizzare l’urina di 33 bambini, dai 3 ai 15 anni, provenienti da tutta la Svizzera. I campioni sono stati inviati al servizio di tossicologia del CHU (Centre hospitalier universitaire) a Liegi, in Belgio. Hanno ricercato tante sostanze ma principalmente gli interferenti endocrini che vengono rapidamente scomposte nel corpo ed escrete nelle urine. Ebbene, queste sostanze sono state evidenziate nelle urine di tutti i bambini.

Lo studio italiano

E questo non è un caso ma trova conferma in uno studio dell’Istituto superiore di sanità durato quattro anni, nel corso dei quali l’Iss, in collaborazione con il Cnr di Pisa, l’Ospedale Bambino Gesù, l’Università di Tor Vergata e i pediatri di famiglia, ha studiato l’esposizione della popolazione infantile a ftalati e al Bisfenolo A (BPA) per definirne i livelli, valutarne gli effetti e promuovere una corretta informazione sul tema. Bisfenoli e ftalati sono proprio due sostanze per cui ci sono più che conferme di essere in grado di alterare il sistema ormonale ma sono sono ancora usate (seppur con alcune restrizioni) nella produzione di contenitori per alimenti in plastica monouso, come piatti e bicchieri usa e getta, ma anche nelle pellicole di plastica o nelle gomme dei tappi per barattoli, oltre che per fabbricare giocattoli e altri oggetti.

Occhio ai deodoranti (e non solo)

Dai bambini passiamo agli adulti. I rischi derivanti dall’esposizione agli interferenti endocrini non cambiano. Cambia, invece, la fonte. Il Consiglio danese dei consumatori ha riesaminato gli elenchi degli ingredienti di 61 deodoranti comunemente usati e ha scoperto che 14 deodoranti nel test contenevano sostanze sospettate di essere sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC). A differenza di quanto accade con i contenitori di plastica e con i giochi dove non abbiamo contezza degli inquinanti sospetti, nel caso dei deodoranti (ma anche creme per il viso, creme solari, smalti e altri prodotti per la cura della persona) possiamo scegliere di acquistare prodotti che non ne sono privi. Come? Basta leggere le etichette ed evitare i cosmetici che contengono sostanze sospettate di interferire con il sistema endocrino. Qualche esempio: nelle creme solari dobbiamo evitare l’octocrylene e negli smalti il triphenyl phosphate. L’elenco completo delle sostanze da evitare lo trovate nel giornale in edicola (che si può acquistare anche qui).

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