Sarà per il desiderio di novità, sarà per la reale ricerca di benessere o piuttosto perché ci lasciamo convincere dalle campagne di marketing ma negli ultimi anni la curiosità dei consumatori verso i superfood è aumentata a dismisura, tanto da trasformare un effimero trend di moda in una tendenza radicata. A confermare il periodo d’oro di questi alimenti è l’Osservatorio Immagino che ha seguito l’andamento sul mercato di 26 ingredienti considerati come benefici, misurandone le vendite in supermercati e ipermercati su un paniere composto da 5.877 prodotti. Ebbene il solo fatto di declamarne la presenza ha consentito di totalizzare vendite per oltre 1,4 miliardi di euro (5,5% del totale food). Sì, perché ad andare per la maggiore non sono solo le materie prime ma anche tutti i prodotti che le contengono. Per fare un esempio, i mirtilli, conosciuti e apprezzati antiossidanti, trainano le vendite di succo, yogurt, biscotti, muesli e via dicendo. Così come la spirulina, un’alga di colore scuro ricca di clorofilla, ha rivitalizzato pane, pasta e integratori.
Proprio a questo ingrediente dalle molte proprietà dedichiamo il test di questo mese per capire se, oltre a tutti i decantati benefici, c’è il rischio di fare incetta – come ha sospettato qualche tempo fa l’Agenzia per la sicurezza alimentare francese – anche di metalli pesanti, micotossine, pesticidi e glifosato. In un periodo in cui si ha paura di non assumere abbastanza vitamine, sali minerali, proteine, fibre, enzimi e antiossidanti, la pigrizia e i ritmi quotidiani inducono a integrare l’alimentazione. E per quanto possa apparire paradossale nella patria della dieta mediterranea, il giro d’affari dei nutraceutici (gli alimenti a metà tra cibo e medicinali) è cresciuto del 2% rispetto al 2018 grazie anche ad alcune famiglie di prodotti, come quella dei semi: lino, zucca, sesamo, chia, canapa e relativi prodotti, insieme, hanno visto aumentare le vendite del 28,5%. Un mercato che vale oltre 82 milioni.
Superfood: tra slogan e realtà
Ma cosa intendiamo quando parliamo di superfood? Stando agli slogan con cui spesso vengono presentati, sono alimenti estremamente ricchi di nutrienti e portano incredibili benefici. Ma in molti casi si tratta solo di slogan, tanto che dal 2007 l’Unione europea ha vietato l’uso di questa denominazione sulle confezioni, per arginare l’utilizzo spropositato a fini di marketing. Le mode comunque continuano a spopolare anche senza un bollino in bella vista. E non è una novità degli utlimi anni. La prima volta che si è parlato di qualità incredibili e innovative di un alimento è stato durante la Prima Guerra Mondiale. La United Fruit Company, multinazionale specializzata nel commercio di frutta tropicale, pubblicò un’entusiasta campagna pubblicitaria per promuovere il suo maggior prodotto: le banane. Con tanto di brochure che illustravano l’incredibile valore nutrizionale delle banane, consigliava di consumare il frutto giallo ogni giorno: era economico, nutriente, facilmente digeribile (sia cotto che crudo) e, grazie alla sua buccia, riduceva al minimo le difficoltà di conservazione. Operazione senza dubbio di successo: col passare del tempo, la banana è entrata così nell’immaginario collettivo come frutto estremamente sano (c’è stato perfino un momento in cui si pensava che alleviasse o curasse la celiachia). Oggi l’elenco degli alimenti che posseggono qualità “super” si è notevolmente allungato e aggiornato ma le caratteristiche per entrare nell’olimpo dei concentrati benefici sono rimaste le stesse. A volte a ragione, altre volte in maniera del tutto immeritata.
Hai detto spirulina?
Utile per abbassare i livelli di colesterolo, ricca di antiossidanti, in grado di ritardare l’invecchiamento dell’organismo: i benefici della spirulina, un’alga dalla forma stretta ed allungata diffusa nelle acque salmastre, sono tantissimi e hanno origini lontane.
Il suo utilizzo si fa risalire alle civiltà precolombiane: gli Aztechi, più di 5000 anni fa, la coltivavano nel lago Texcoco in Messico, fu il “conquistador” Cortez a importarla in Europa agli inizi del 500. Presso la popolazione Kanembu del Ciad e della Nigeria viene raccolta ancora oggi nel lago Kossorom, filtrata ed essiccata, viene variamente utilizzata in forme culinarie tra cui la souce, una sorta di brodo vegetale molto nutriente. Per arrivare intatta fino ai giorni nostri, la sua fama deve necessariamente avere solide fondamenta. Se per l’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, la spirulina è un alimento per il quale però non sono stati approvati claim salutistici, per l’Anses, l’omologa francese, l’alga ha – per sua natura – delle caratteristiche che giustificano il suo successo come superfood. Di sicuro – sottolinea l’agenzia nel suo rapporto – la spirulina è una fonte preziosa di proteine, tanto che è particolarmente indicata come alternativa per i soggetti che hanno carenze nutrizionali importanti: in percentuale, ne contiene tra il 60% e il 70% in peso, contro il 25% del pesce, il 35% della soia e il 14% dei cereali. L’aspetto interessante è che la spirulina contiene quasi tutti gli amminoacidi essenziali necessari alla costruzione di moltissime molecole organiche e delle stesse proteine. Poi ci sono le vitamine, soprattutto del gruppo A (bastano da 3 a 6 grammi di spirulina per soddisfare il fabbisogno giornaliero dell’adulto, pari a circa 900 microgrammi) e del gruppo E.
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Niente vitamina B12 ma molti sali minerali
La spirulina non ha però vitamina B12, la più necessaria ai vegani, perché presente soprattutto nella carne, nel pesce e nelle uova che non rientrano nella loro dieta. La scarsa quantità di B12 presente è in una forma quasi impossibile da assimilare per il corpo umano. Non a caso nel 2016 l’accademia americana di nutrizione non ha classificato la spirulina come una fonte di questa vitamina utile per vegetariani e vegani, concetto ribadito anche dall’Anses. Molto interessante anche l’apporto di sali minerali – calcio, potassio, fosforo, magnesio, zinco, rame e ferro – di cui è molto ricca: bastano 10 grammi per coprire tra il 64% e il 200% del fabbisogno giornaliero di un bambino di età compresa tra 6 mesi e 3 anni (fabbisogno che verrebbe coperto con 38 grammi di cereali integrali).
Sugli altri benefici, invece, servirebbero altre ricerche. Non ci sono prove, infatti, che la spirulina aiuti a perdere peso, favorisca la digestione o diminuisca ansia e stress. Piccoli studi, al momento non definitivi perché condotti senza gruppi di controllo e su poche persone, sembrano far emergere un lieve effetto benefico sul colesterolo e alcune caratteristiche antiossidanti, ma è presto per esprimersi.
Metalli pesanti e altri rischi
Infine, i rischi. Dopo aver ricevuto 49 segnalazioni (dieci delle quali degne di approfondimento), l’Anses ha ritenuto opportuno sottolinearle, ricordando che la spirulina può contenere cianotossine, batteri e tracce di metalli pesanti (piombo, arsenico e mercurio) assorbiti durante la coltivazione in zone inquinate (sono stati segnalati dall’Anses casi negli Stati Uniti, a Cuba, in Thailandia, in Messico, in India, in Israele ma anche in Italia). Non solo. Questa alga può indurre allergie e coloro che soffrono già di una predisposizione, così come chi ha problemi di fenilchetonuria, dovrebbe limitarne o evitarne l’assunzione.
Ci sono poi stati alcuni casi di intossicazione da integratori contenenti numerosi componenti, tra i quali la spirulina, anche se non è stato possibile attribuire alcuna responsabilità specifica all’alga. A ogni modo l’agenzia francese ha proposto una rete di sorveglianza internazionale, per chiarire i vari dubbi. Dubbi che hanno spinto anche il Salvagente a mettere il naso in questo mercato: abbiamo, infatti, portato in laboratorio 17 prodotti a base di spirulina tra integratori e alimenti arricchiti alla ricerca proprio delle sostanze su cui ha allertato l’Anses. I risultati? Li trovate nel numero di gennaio in edicola (ma si può acquistare anche on line a questo link).