Dopo la pubblicazione del test del Salvagente su 20 marchi di spaghetti con ben sette prodotti contaminati da glifosato, arriva anche la presa di posizione del senatore Saverio De Bonis, presidente dell’associazione Granosalus: “I nuovi test, effettuati lodevolmente dal Salvagente, non fanno che confermare ciò che andiamo dicendo da tempo in tutte le sedi istituzionali e non. Ora il governo deve rispettare la mozione approvata dal Senato” che prevede, tra le altre cose “l’emanazione di una circolare per vietare la presenza del glifosato nel grano importato“.
Le prese di posizioni di De Bonis e le denunce di Granosalus si sono sempre concentrate sugli scarsi controlli nei porti: “Nonostante i proclami sull'”italianità” della pasta, si continuano ad usare grani esteri, di provenienza prevalentemente canadese, coltivati con norme molto meno stringenti delle nostre e che ammettono l’uso di contaminanti come il glifosato. Basta andare al porto di Bari per scoprirlo. Nei giorni scorsi sono arrivate due navi dal Canada, tramite una discutibile triangolazione con Gibilterra, cariche di grani presumibilmente canadesi. Sono merci destinate a un’unica azienda pugliese, senza controlli analitici”.
I controlli, prosegue una nota di Granosalus, “cui pure le autorità italiane sono tenute, continuano a fare acqua da tutte le parti e quelli documentali non sono sufficienti!”. L’associazione ricorda la mozione, presentata dal senatore De Bonis questa estate a Palazzo Madama, e approvata che “il governo non sta rispettando”.
“Il governo – proseguono da Granosalus – si era impegnato in Senato a dare seguito all’atto di sindacato ispettivo che prevedeva di:
i) sospendere il rinnovo della sostanza attiva glifosato per cinque anni e ad assumere ogni iniziativa in sede europea per rivedere le decisioni in merito all’uso di questo erbicida;
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ii) stabilire che i grani esteri fossero assoggettati al principio di precauzione comunitario;
iii) emanare una circolare che vietasse la presenza di glifosato in tutte le stive di grano importato anche se già sdoganato in altri porti europei (come nel caso delle due navi nel porto di Bari sopra citate) e predisporre conseguenti misure di controllo e monitoraggio;
iv) promuovere interventi normativi per vietare la presenza di agenti contaminanti negli alimenti.
I test e le navi ormeggiate tranquillamente nei nostri porti dimostrano che nulla di tutto questo è stato fatto. E su questo continueremo a dare battaglia. Apprendiamo con stupore le dichiarazioni della Coldiretti, che risultano in linea con le nostre secolari battaglie e ci auspichiamo che diano seguito a quanto detto “al fine di contrastare le invasioni di grano duro“, con azioni concrete che non si esauriscano in un comunicato stampa”.