Dopo che abbiamo riportato la scelta di ben 5 regioni di escludere gli abitanti dei capoluoghi di provincia dai possibili beneficiari del bonus Pc, la Regione Lazio ha risposto al Salvagente con una nota in cui spiega la decisione di lasciare fuori dal beneficio, aree importanti come ad esempio quella della capitale d’Italia. L’ufficio stampa del Lazio spiega che le risorse disponibili, pari a 200 milioni di Euro a livello nazionale, vengono ripartite tra le Regioni con il criterio 80/20, trattandosi di risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (80% alle regioni del Sud e il restante 20% alle altre). “L’assegnazione totale per il Lazio, che rientra tra le regioni che si dividono il 20% dello stanziamento totale, risulta purtroppo largamente insufficiente per poter coprire le necessità di tutte le famiglie con ISEE inferiore ai 20.000 Euro: una stima indica che le famiglie beneficiarie potrebbero essere poco meno di 20.000. In tale contesto di scarsità di risorse disponibili, è maturata l’esigenza di indirizzarle ad una platea più ristretta di beneficiari, individuati sulla base di un criterio oggettivo che non aggravasse per i cittadini l’iter di richiesta”.
Una scelta legata ai fondi destinati al Centro-Nord
Secondo la nota, non è un caso che scelta di limitare la platea dei beneficiari è stata perseguita anche da altre alcune regioni (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana), “tutte segnatamente del centro-nord, che si trovano nella medesima situazione di avere una disponibilità di risorse insufficiente a soddisfare il totale della domanda”. Va detto che altre regioni settentrionali, tra cui la Lombardia, la più popolosa d’Italia (con il doppio degli abitanti del Lazio), hanno deciso di dare la possibilità ai nuclei bisognosi di tutti i comuni di fare domanda per il bonus.
Una scelta per i territori isolati
Passando al criterio scelto dal Lazio per scegliere le aree adatte, la nota specifica che la decisione è stata quella di rendere la misura applicabile “solo ad utenze localizzate in alcuni comuni e nello specifico sono stati indicati i comuni totalmente montani, secondo la classificazione Istat. Tale scelta – continua l’ufficio stampa del Lazio – da un lato, indirizza le risorse a territori nei quali, per via di un minore livello di infrastrutturazione, è oggettivamente più difficile attivare un servizio di connessione a banda larga, dall’altro, proprio concentrando una potenziale nuova domanda in quei territori, ha un effetto che incentiva il mercato degli operatori a migliorare la copertura, generando un vantaggio indiretto anche per le famiglie e le imprese che non possono beneficiare direttamente del voucher”. La Regione Lazio segnala infine che è prevista una “fase due” della misura voucher che sarà rivolta a famiglie con Isee superiore a 20.000 Euro e alle imprese, e che in questa seconda fase anche gli abitanti di Roma e degli altri capoluoghi verranno inclusi.
La spinta a sottrarsi al rischio caos come per il bonus bici
La nota conclude con una considerazione che è forse la vera ragione di opportunità politica della decisione presa: “Ricomprendere tra i possibili beneficiari i territori come quelli metropolitani, avrebbe certamente consentito di aiutare alcune famiglie meno abbienti, ma non avrebbe generato alcun effetto sul mercato dell’offerta. In breve tempo, vista la numerosità della popolazione che risiede in zone metropolitane, la domanda avrebbe esaurito le risorse disponibili, generando peraltro delle legittime aspettative nei cittadini che solo in minima parte avrebbero potuto essere soddisfatte”. Insomma, dietro la scelta del Lazio, e forse della altre regioni che hanno fatto similmente, c’è la paura che il caos e le lamentele che si sono presentati negli scorsi mesi con il bonus bicicletta, sarebbe potuto esplodere anche con questa nuova agevolazione. Dunque, hanno preferito decidere a monte, chi sì e chi no.