U-Mask, le mascherine alla moda (ma non Ffp3)

U-MASK

Cool ma non sicure come vogliono farci credere. Stiamo parlando delle mascherine U-Mask in vendita on line su un sito dedicato a 32 euro. Un prezzo ragionevole se fosse vero quello che promettono, ovvero una protezione paragonabile a quella che forniscono le mascherine Fpp3 (che abbiamo imparato a conoscere come le più sicure) con il vantaggio di avere una durata di “200 ore di utilizzo efficace” più o meno 25 giorni.

Il test sui materiali delle U-Mask

Sul loro sito, ad onor del vero, espongono anche diversi documenti – alcuni in lingua inglese – che definiscono certificazioni. In realtà non si tratta di certificazioni vere e proprie ma di analisi che il produttore ha – correttamente – fatto svolgere da laboratori accreditati. Peccato che, ad un’attenta lettura, gli stessi documenti che forniscono smentiscono le promesse. In questo documento di Clodia Laboratori, si legge che sono stati testati i tessuti trattati con l’antibatterico naturale “BIOLAYER MIX”: questi si sono rivelati “paragonabili alle prestazioni di efficacia raccomandata per la protezione microbiologica delle maschere facciali FFP3/N99 confermando quanto già indicato dai test effettuati sul principio attivo naturale”.

…ma non bastano

Tuttavia è bene ricordare – come ci spiega Michela Mechilli, amministratore unico di Sfap Srl – che le prove che devono superare le mascherine Fpp3 per ottenere la certificazione obbligatoria sono numerose e non riguardano solo il tessuto utilizzato. Per ottenere la certificazione questi dispositivi devono superare i test sull’efficienza di filtrazione, respirabilità, pulizia e biocompatibilità: requisiti che anche l’emergenza Covid-19 non sono mai andati in vacanza.

Le mascherine Ffp3 sono “dispositivi di protezione individuale” e in quanto tali devono rispettare quanto stabilito nel regolamento UE 425/2016. La norma stabilisce che le maschere filtranti come le FFP2 e FFP3 sono DPI appartenenti alla categoria III di rischio: ciò significa che per essere messe in commercio, i produttori devono prima passare il vaglio di un organismo notificato specializzato nella certificazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. L’organismo notificato certificherà l’aderenza del prodotto ai requisiti della norma tecnica EN 149:2001+A1:2009 e il produttore, potendo così dimostrare la conformità del prodotto, può apporre il marchio CE.

Non è escluso che le U-Mask ottengano prima o poi la certificazione obbligatoria ma, per il momento, non è corretto paragonarle alle Ffp3 e non è soltanto una questione di correttezza del messaggio che si veicola. Le persone che acquistano queste mascherine credono, erroneamente, di indossare un dispositivo che li protegge al 98%. Ma purtroppo così non è. Almeno per il momento.

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Chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, quali mascherine?

Questa scheda diffusa dalla regione Lombardia può essere un utile strumento per riepilogare le caratteristiche di tutte le mascherine in commercio e di cui, prestando attenzione ai requisiti, possiamo fidarci. A questo link, invece, un riepilogo delle mascherine che vanno usate a secondo del lavoro che si svolge.