Non ripetiamo gli errori del lockdown marzo, anche in tavola

Era prevedibile, anche se molti speravano non avvenisse: il Covid-19 si sta rifacendo vivo e in maniera per certi versi sorprendentemente più cattivo, ma per altri versi, fortunatamente, più controllabile. Pur non avendo imparato molto dalla Storia, che come diceva Gramsci spesso predica in aule vuote, nel 2020 i media hanno aiutato a restare sul pezzo e, sia pure con qualche confusione di troppo, ed essere un po’ meglio preparati alla pugna. Per le scelte di ciò che mangiamo, allo stesso modo, dobbiamo far tesoro di quanto è successo nella scorsa primavera e questo significa non fare scorte epocali di farina e di lievito ma affrontare il Covid-19 anche ripensando alla dispensa, alle proprie abitudini e agli alimenti da scegliere. Insomma, questa volta l’impreparazione e l’approssimazione non saranno accettate e ora sappiamo qualcosa in più su chi abbiamo di fronte per poterlo contrastare meglio.

Congelerò di tutto, dal latte ai formaggi, dalle carni al pane e li userò man mano che mi serviranno senza perdere troppo tempo

FALSO Nell’attuale cucina il congelatore del frigo o addirittura un vero e proprio congelatore messo in garage o in cantina, hanno il loro posto d’onore per tanti motivi fra i quali il tempo che non basta mai. Sono oramai elettrodomestici diffusi e assicurano una buona autonomia non perché manchi l’energia elettrica, quanto perché consentono di fare delle grandi scorte di “antipaura”. Il termine scorte ricorda molto gli assedi ai castelli medioevali, ma oggi non è più così, la spesa si potrà in sicurezza e rispettando i vari protocolli anti-Covid oppure on-line. Congelare ad esempio il latte non ha senso perché esiste il latte a lunga conservazione che può aiutarci, ma il latte fresco sarà sempre a disposizione di adulti e bambini. Congelarlo può significare poi avere un prodotto che una volta scongelato sarà poco gradevole con la parte acquosa e quella grassa separate rendendolo poco appetibile. Il latte si presta a essere conservato per più giorni se fresco ma addirittura fino a sei mesi, e fuori dal frigo, se è ad esempio è latte UHT, naturalmente a patto che sia chiusa la confezione in maniera perfetta. I formaggi stagionati si possono conservare nel contenitore apposito ma è sempre meglio non abusare come scorta sia per evitare che si possano contaminare con muffe o altro, sia per l’apporto di calorie. Del resto, i cibi grassi sono simili alle Sirene di Ulisse, il loro richiamo anche a frigo chiuso ci spinge ad abusarne per vari motivi e poi alla fine del periodo di lockdown possiamo ritrovarci sulle spalle il peso di uno zainetto da portare in giro, per non avere seguito il consiglio di Circe di star lontano dal frigo e dalla dispensa.

Oramai sono costretto a stare a casa, ma non cambierò il mio comportamento alimentare perché so che sarà poi difficile recuperare gli errori fatti

VERO Gli studi fatti hanno dimostrato che il lockdown di primavera ha portato una serie di cambiamenti, ad esempio è aumentato lo stress, il senso di ansia etc. e di conseguenza è cresciuto il consumo dei confort food ovvero degli alimenti che ci consolano e ci fanno stare sereni. In questa categoria ci sono purtroppo dei falsi amici come gli snack, i prodotti super ricchi di zuccheri o di grassi, talvolta  con un indice glicemico elevato che apre le porte ad altri alimenti per una fame che viene creata ma di cui non ne sentivamo il bisogno. Sempre questi studi dimostrano che nel lockdown si riduce al lumicino l’attività fisica perché siamo a casa, perché si è attivato lo smart working, perché uscire ci rende depressi, perché palestre e piscine hanno dovuto chiudere e allora inventiamoci degli esercizi casalinghi per chi non ha una cyclette o un tapis roulant. In alternativa, creiamo dei gruppi Whatsapp dove anziché fare solo gossip praticare insieme pilates, scambiarsi degli esercizi semplici o anche fare delle competizioni virtuali e reali nello stesso tempo. Non muoversi significa dovere ridurre di almeno 500 o 1.000 calorie al giorno i nostri fabbisogni ma non è facile farlo, mentre si possono aumentare i consumi quel tanto che basta a scaricare ansia, bruciare calorie e stare insieme ognuno nel proprio confort space.

Dovendo fare scorte aumenterò prodotti in scatola, a lunga conservazione e sarò al sicuro per il tempo che servirà

FALSO Non siamo in quella fase detta del Day After, lo stile statunitense non ci appartiene e non siamo dei sopravvissuti. Creare enormi scorte, per un qualcosa che sarà probabilmente di durata ragionevole e soprattutto con ancora la possibilità di comprare del cibo fresco, è il più delle volte un comportamento errato. Si comprano tanti prodotti che per esser conservati a lungo nella dispensa sono stressati durante la loro trasformazione, o sono ricchi di conservanti, o ancora hanno un valore salutistico talvolta inferiore. Tutto questo non rende merito al nostro organismo che proprio nello stress deve ricevere vitamine, antiossidanti, micronutrienti, sali minerali, insomma ci occorre verdura e frutta fresca in abbondanza. Inoltre, le grandi scorte spesso conducono a grandi sprechi e questo rende poco merito al pianeta e alle nostre riserve alimentari, ma le grandi scorte portano anche ad appiattire il nostro valore ludico e sensoriale, come se tornassimo indietro nel tempo dando agli alimenti solo un valore calorico e non di tipo immaginifico o salutistico. Il lockdown ha fatto riscoprire in molti la voglia e le nascoste capacità di cucinare ed è ora il momento di riproporsi con prodotti freschi, cucinati con spezie, con ingredienti salutistici, tornando all’uso di olio extravergine o di aromi particolari. Cucinare per sé e soprattutto per chi ci è caro è forse uno dei gesti di amore più grandi che ci siano. Il senso dell’eucarestia, per chi ha fede, è convivere la tavola con l’offerta del pane e del vino, l’offrire “il boccone della creanza” o per altri quello “del prete” significa fare dono a un altro del boccone migliore. In primavera abbiamo imparato a fare le giuste porzioni e a ridurre lo spreco nei piatti evitando inutili sprechi. Facciamo di necessità virtù e utilizziamo il tempo che ora ci viene chiesto di trascorrere in lockdown, per riscoprire ricette utili e buone e prepararci al meglio per il prossimo Natale.

Alcuni alimenti mi difendono dal Covid

FALSO Non ci sono al momento delle evidenze che gli alimenti possano fare molto per curare dal Covid, ma possono aiutarci nel… farci aiutare dalle terapie farmacologiche convenzionali. Questo significa che un organismo ben curato con delle difese già pronte può non ostacolare i farmaci a fare bene il loro lavoro. Quindi è fondamentale l’uso di frutta e verdura per la vitamina C e le altre vitamine come la A e la E, così come aumentare la vitamina D considerando che usciremo ben poco per stare al sole e questa vitamina ci aiuta anche per i suoi effetti anche meno noti sul nostro organismo. Lo stesso uso di probiotici per il nostro microbiota lo fa lavorare meglio. Da favorire poi l’introduzione del magnesio, che è un microlemento utile per l’umore, lo zinco che se manca indebolisce il sistema immunitario e che specie negli anziani rappresenta un rischio, il selenio; insomma tutta una serie attori che nel loro piccolo rappresentano come nei film i figuranti o le comparse, ma che nel loro insieme permettono di vincere un Oscar. Manteniamo poi il consumo di olio extravergine di oliva anziché altri grassi ed evitiamo di cadere nella trappola del dolce che ci dice “sono buono e ti coccolo”, se abbiamo riscoperto i legumi, le zuppe, le verdure etc. continuiamo così e saremo in grado di affrontare meglio e con maggiore serenità questa nuova ondata di contagi.

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