Biossido di titanio, l’appello francese per prolungare la messa al bando

biossido di titanio

Ancora qualche mese e il divieto di commercializzare in Francia alimenti che contengono biossido di titanio cadrà a meno che non venga prorogato il bando. Ed è quello che chiede Agir pour l’Environnement, un’associazione francese che dal 2016 è in prima linea per chiedere la messa al bando definitiva dell’additivo avvertendo istituzioni e consumatori sulla sua pericolosità

Pericolosità che trova ogni giorni ulteriori conferme, come quella di qualche giorno fa: secondo un recente studio francese dell’Inrae, le nanoparticelle di biossido di titanio che compongono questo colorante utilizzato in alimenti e cosmetici sono in grado di passare attraverso la placenta delle donne incinte e raggiungere i loro feti. I ricercatori hanno infatti riscontrato la presenza di biossido di titanio in tutte le 22 placente delle donne incinte che hanno potuto studiare, così come nella metà delle prime feci di 18 neonati.

C’è da chiedersi quanto peseranno le conclusioni cui giunge questo studio sulla possibilità di una proroga del divieto francese, da un lato, e sulla rivalutazione  dell’additivo che sta conducendo l’Efsa e che dovrebbe essere pronta per marzo 2021.

L’E171 è un additivo molto utilizzato sia dall’industria alimentare che quella cosmetica e farmaceutica ma è anche un colorante inutile perché ha esclusivamente fini estetici: serve a rendere più “appetibile” agli occhi il bianco dei confetti, ad esempio, o delle pastiglie. Ne aumenta l’uso ma allo stesso tempo aumentano i sospetti circa la pericolosità del biossido di titanio. Un rischio per la salute che aumenta quando questo additivo è presente in nanoparticelle, un evento molto diffuso.

Per tutte queste ragioni – e senza dimenticare che qualche settimana fa il Parlamento europeo ha bocciato l’approccio della Commissione europea sulla gestione del caso “biossido di titanio“, Agir pour l’Environnement ha lanciato una petizione per prolungare il bando francese oltre il 31 dicembre e per estenderlo agli altri prodotti esclusi come farmaci, e alcuni prodotti per l’igiene personale (dentifrici in primis). Questo è il link per firmare la petizione. 

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