Un documento contro il Nutriscore presentato al Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura. La controffensiva contro il semaforo a colori degli alimenti è partita ieri da parte dell’Italia. Con l’appoggio di un fronte di paesi: la Repubblica Ceca, innanzitutto, ma anche Cipro, Grecia, Lettonia, Romania e Ungheria. L’obiettivo è quel nutriscore che giĂ fa mostra dei suoi coilori su diverse confezioni alimentari europee con una valutazione che penalizza con il colore rosso, quindi negativo, prodotti come olio d’oliva o Parmigiano Reggiano, in quanto ricchi di grassi, senza valutare l’incidenza dovuta a un giusto utilizzo, la presenza di additivi, edulcoranti (“il semaforo” premia, tanto per fare un esempio, le bevande a basso contenuto di zuccheri ma ricche di dolcificanti di sintesi). E in definitiva contraddice decenni di politica dell’Unione europea, con un simbolo che spinge i consumatori ad affidarsi a un colore e a ignorare la lettura delle etichette e degli ingredienti.
“I codici a colori – si legge nel testo – non hanno dimostrato di essere efficaci nell’aiutare il consumatore a valutare il reale valore e la qualitĂ dei cibi. Perciò, un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello UE dovrebbe considerare i cibi nel piĂą ampio contesto delle esigenze quotidiane di una dieta sana, incoraggiando la varietĂ , la moderazione e un corretto equilibrio tra i vari gruppi di alimenti”. Il documento presentato da Italia e Repubblica Ceca pone una serie di paletti alla volontĂ della Commissione Europea di proporre, nell’ambito della “Farm to Fork Strategy”, un sistema di etichettatura nutrizionale obbligatorio armonizzato a livello comunitario. I paesi firmatari, in particolare, affermano che un eventuale sistema europeo non dovrĂ compiere una valutazione complessiva del prodotto, ma offrire al consumatore “informazioni fattuali”. E respinge sia l’utilizzo dei colori come strumento di valutazione degli alimenti, sia il generico riferimento a 100 grammi di prodotto usato dal sistema francese, che penalizza l’olio d’oliva, il parmigiano e tanti altri prodotti di qualitĂ normalmente consumati in piccole porzioni. I paesi firmatari, infine, avvertono che soluzioni determinate dal mercato non debbano anticipare le decisioni delle istituzioni, nazionali ed europee. Il riferimento, evidente, è a NestlĂ©, Danone e altri big dell’alimentare che hanno da subito accolto con entusiasmo il semaforo ideato dalla Francia, applicandolo sulle loro etichette prima di ogni accordo europeo. Così come da subito si è schierato a favore del Nutriscore il Beuc, il gruppo di associazioni dei consumatori di cui fa parte l’italiana Altroconsumo.
L’Italia ha recentemente varato un proprio sistema di etichettatura fronte pacco, il Nutrinform Battery, il cui approccio è totalmente alternativo al Nutriscore, perchĂ© si basa sulla dieta generale invece che sul consumo del singolo prodotto. Lo schema costituisce la proposta ufficiale italiana per l’armonizzazione a livello UE e il governo, una volta ricevuto il necessario via libera dalla Commissione Europea nel luglio scorso, ha intensificato la propria azione volta ad allargare ulteriormente la base di consenso.
Attraverso i numeri esposti nelle caselle del Nutrinform e il simbolo grafico della batteria, i consumatori hanno la possibilità di capire facilmente sia la quantità di calorie e di nutrienti che assumono consumando un prodotto, sia l’incidenza di questi nutrienti sulla dieta quotidiana generale.
“Ritengo molto importante che l’Italia abbia giĂ trovato un solido gruppo di alleati contro l’avvento di un sistema fuorviante per i consumatori ed estremamente penalizzante per tutta la filiera alimentare italiana”, ha dichiarato il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, secondo il quale “va ristabilito il principio che il consumatore debba essere pienamente informato, ma non condizionato dall’alto nelle sue scelte e nelle sue preferenze”. “Sono certo – ha proseguito Vacondio – che l’approccio educativo del sistema proposto dall’Italia sarĂ accolto con sempre maggiore interesse, anche perchĂ© piĂą rispettoso della cultura e delle tradizioni alimentari di ogni paese”.
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