Le nuove disposizioni del governo contenute nell’ordinanza del 16 agosto non si limitano a chiudere le discoteche ma introducono un obbligo particolare, che ha di certo bisogno di qualche interpretazione. Si tratta del divieto di circolare senza mascherina dalle 18 alle 6 del mattino nelle zone in cui è impossibile far mantenere il distanziamento minimo. Detta così appare un po’ vaga, dunque basta riportare il passaggio apposito dell’ordinanza per avere degli esempi pratici a cui far riferimento: ” È fatto obbligo dalle ore 18.00 alle ore 06.00 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale”. Dunque, se vi trovate in un lungomare affollato, dopo le sei di pomeriggio e fino alle sei del mattino, dovete portare la mascherina. Anche se siete fermi all’aperto davanti a un locale (naturalmente rimane in vigore la regola per cui se si sta mangiando o bevendo, si ha diritto ad abbassarla). Rimangono però dei dubbi che l’ordinanza non chiarisce.
I dubbi rimasti: chi decide dove e quando?
Prima di tutto: la mascherina va indossata in luogo generalmente sottoposti a grosso afflusso di persone anche in ore in cui sono deserti, o no? L’interpretazione più probabile è che anche trovandosi in una piazzetta deserta alle 4 della notte, un vigile potrebbe multarvi senza la mascherina, nonostante possa sembrare paradossale. Altro punto non chiaro: chi stabilisce che una zona rientri tra quelle che “per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale”? I comuni dovranno fare delle comunicazioni pubbliche indicandoli esplicitamente, o toccherà al cittadino fare affidamento al proprio senso critico per stabilire che quel posto ha effettivamente le caratteristiche minime per rientrare nell’obbligo di indossare il dispositivo di protezione?
Le regioni possono inasprire le misure
Sarebbe meglio se il governo chiarisse questi punti, anche per evitare inutili tensioni tra le forze dell’ordine e i cittadini. Nel frattempo, però, l’ordinanza chiarisce: “Le Regioni possono introdurre ulteriori misure solo in termini più restrittivi”.
Le multe previste
Le sanzioni previste sono le stesse chiarite dall’articolo 4 del del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19: una multa da euro 400 a 3mila euro. Nel caso in sia coinvolto un esercizio commerciale che non ha fatto rispettare le regole ai suoi clienti, si applica anche la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività  da 5 a 30
giorni.