Cameo non utilizzerà più il biossido di titanio nelle sue produzioni. Ad annunciarla, come una vittoria, l’associazione Foodwatch Germania che in un test di laboratorio svolto ad agosto dello scorso anno aveva trovato nanoparticelle del controverso additivo in 4 alimenti a marchio. Dopo queste analisi, l’associazione aveva lanciato una petizione firmata da 40mila consumatori proprio per chiedere all’azienda alimentare di mettere al bando l’E171.
Cameo, che ha sempre difeso l’additivo considerandolo sicuro, alla fine ha ceduto alle richieste dell’associazione e dei consumatori e ha smesso di utilizzarlo sostituendolo con i meno dannosi ravanello e il carbonato di calcio.
Il biossido di titanio è un additivo molto utilizzato in cosmesi e dall’industria alimentare: è uno sbiancante molto apprezzato soprattutto per fini estetici. la sicurezza del biossido di titanio è ancora controversa. O meglio, se non ci sono dubbi sulla sua pericolosità quando è respirato – nel 2006 la Iarc ha definito il biossido di titanio “possibile cancerogeno per l’uomo” quando inalato – la questione è ancora del tutto aperta sui rischi per l’uomo quando questo additivo viene ingerito. Nel 2017 una ricerca firmata dall’Istituto nazionale francese per la ricerca agronomica (Inra), ha mostrato – per la prima volta – che l’esposizione cronica al biossido di titanio, tramite la sua ingestione, “provoca stadi precoci di cancerogenesi”. Una conclusione che ha portato il governo francese, dopo una serie di ripensamenti, a sospendere l’immissione nel mercato di prodotti che contengono tra gli additivi il biossido di titanio a partire da gennaio 2020. L’Europa, invece, è rimasta a guardare ignorando i pericoli ventilati dall’Inra. Rischi amplificati quando parliamo di particelle di dimensioni nanometriche: che proprio per le dimensioni ridotte possono penetrare nel nostro organismo danneggiandolo e arrivando a raggiungere perfino il Dna.
Il nostro test di giugno 2019
Lo scorso anno anche Il Salvagente ha portato in laboratorio diversi prodotti – alimentari e non – alla ricerca di biossido di titanio in forme nano: in tutti i prodotti in cui le analisi hanno confermato la presenza dell’additivo, questo era presente anche in dimensione nano e micro in forma di anatasio, la più pericolosa tra le morfologie che può assumere il cristallo di biossido di titanio. Ecco dove lo abbiamo trovato
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