“Papà, mi raccomando, a 82 anni, in questa situazione tu non puoi uscire da casa”. “E la spesa chi la fa? figlio mio. Tu sei lontano…”. “Non ti preoccupare, siamo nel 2020, la spesa si fa anche via internet e te la consegnano. Ci penso io a farla per te”.
Un dialogo che molti di noi avranno fatto con i propri genitori, consigliandoli, spingendoli, pregandoli di non uscire di casa. Esattamente quanto abbiamo fatto anche noi, per giorni, fino a che oggi, 11 marzo, siamo riusciti a convincerli e abbiamo ricevuto la fatidica lista della spesa (al telefono, ovviamente).
Prendiamo la tastiera e cominciamo, mettendo in preventivo che qualcuno di quei prodotti che i nostri ottantenni sono abituati a comperare (quelli che escono bene dai test del Salvagente, mica per caso sono i nostri genitori) non sarà proprio quello che hanno messo in lista, ma ci penseremo noi a spiegarglielo, pensiamo.
Pronti, via. Andiamo su e-coop il portale della Coop e verifichiamo che il cap dell’indirizzo a cui debbono consegnare sia servito. Siamo a Roma, dunque, non incontriamo difficoltà. Via alla composizione della lista della spesa. Un quarto d’ora e abbiamo completato (coscienti di dover spiegare qualche sostituzione, ma tant’è). Al momento del pagamento, però, scopriamo che da qui a una settimana non c’è disponibilità di consegna.
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Proviamo sul portale di Conad e scorriamo la lista dei negozi. Molti quelli che garantiscono la spesa in negozio (si ritirano le sporte alla cassa): serve davvero a poco nel nostro caso. Troviamo il negozio che la consegna a casa e ricompiliamo di nuovo la lista. Ancora una volta al momento di pagare, la sorpresa: nessuna disponibilità per i prossimi 10 giorni (ma chi è che fa una spesa e sceglie di farsela consegnare una settimana dopo? ci chiediamo).
Con Esselunga ripetiamo tutti i passaggi, tranne scoprire, al momento di pagare e prenotare la consegna, che è obbligatorio avere la carta Fidaty. E ora? Ci viene in soccorso un collega: “Ti preso la mia, non preoccuparti”. Inseriamo la carta, funziona. Speranzosi proviamo a pagare ma otteniamo lo stesso messaggio, nessuna consegna programmabile.
Stessa risposta che ci arriva da Supermercato 24 (che addirittura ci blocca sulla pagina dell’ordine e ci risponde solo con un call center virtuale che sciorina “a causa dei molti ordini potrebbero esserci dei disagi…”.
Ultima speranza è AmazonPrime. Qui facciamo la spesa scegliendo prodotti Pam e Amazon. Nessun avviso che sarà difficile farseli consegnare. Anche perché il sito specifica che possiamo chiedere anche una fascia di consegna di due ore (a pagamento, naturalmente, ma vuoi mettere la comnodità di avvisare i nostri due “vecchi” che non debbono stare con l’orecchio al citofono tutto il giorno?).
Niente da fare, i prodotti Pam non riescono a consegnarli ci dicono alla fine. Proviamo con quelli Amazon e rifacciamo la spesa. Altro buco nell’acqua.
Indovinate un po’? Due ore e mezza spese inutilmente. Si fa per dire, visto che ne state leggendo il riassunto scritto di fretta, per poi imbracciare la moto andare a fare la spesa e attraversare Roma per portarla ai nostri genitori. Altro che internet delle cose… Un’emergenza è in grado di rivelarci quanto davvero siamo rimasti soli…