“Mentre in Europa si lancia il Green New Deal, in Italia il Ministero della Salute esprime un sostanziale No al biologico nelle nuove linee guida per la ristorazione scolastica”. La pesante accusa arriva dall’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), le nuove linee guida per la ristorazione “negano il valore del bio e “sono un terribile autogol”. L’Associazione, con un comunicato, dichiara: “Spiace enormemente constatare come venga ignorato il lavoro svolto in tutti questi anni da Comuni, Enti Pubblici Istituzioni, Associazioni del Bio, Commissioni, Ministeri stessi per definire e promuovere un modello di ristorazione collettiva sano, sostenibile e legato al territorio e certificato, in linea con le indicazioni europee in tema di sostenibilità”.
“Prodotti a km zero e bio sono due cose diverse”
Il problema, secondo Aiab, è che seppure nel documento si parli di rispettare le caratteristiche merceologiche degli alimenti previste dai Criteri ambientali minimi (Cam) “il biologico è trattato in modo confuso, non ne viene riconosciuto né il valore nutrizionale definito un falso mito, né la sicurezza alimentare data da assenza di residui e di pesticidi, non viene inoltre riconosciuta la garanzia della certificazione e il contributo ambientale di lotta ai cambiamenti climatici”. “Non è la stessa cosa parlare di prodotti tipici, di filiera corta, di produzione integrata e di produzione biologica, è profondamente sbagliato metterle sullo stesso piano soprattutto poiché il servizio è destinato a una fascia di popolazione più fragile per età o per motivi di salute” continua Aiab, secondo cui rimane del tutto ignorata inoltre la collaborazione tra istituzione e rappresentanti del mondo della produzione biologica, indispensabile per costruire sul territorio la fornitura bio, stagionale e di qualità richiesta e di prevenire carenze distributive o sprechi.
L’esempio dell’Italia
Viene di fatto scarsamente valorizzata la legge sulle “Mense biologiche certificate”, la prima iniziativa che ha investito economicamente in questa direzione, riconoscendo il lavoro svolto nel nostro paese da Comuni, genitori, cuochi e produttori e confermando e valorizzando l’azione dei Cam. L’Italia per prima ha abbinato i prodotti biologici alla mensa scolastica fin dalla fine dagli anni 80, diventando stimolo e modello per molti altri, come testimoniano le molte collaborazioni di Aiab a livello nazionale e internazionale nella promozione e inserimento dei prodotti bio nei capitolati delle mensa, nelle numerose visite internazionali di istruzione del modello biologico italiano organizzate da Aiab. “Anche nei criteri di valutazione troviamo elementi confusi come quelli etico-culturali identitari del territorio senza citare quali siano gli strumenti di certificazione e controllo” dice l’associazione.
I benefici per l’ambiente
“Imparare a mangiare rispettando la propria salute e anche quella del pianeta è una priorità assoluta – dice Antonio Corbari, presidente di AIAB – e la scuola ha una grandissima responsabilità perché è lì che i bambini possono imparare il valore del cibo e il suo rapporto con l’ambiente. Senza poi considerare gli effetti benefici che può avere l’assunzione, sin dalla giovane età di alimenti più sani coltivati con metodo biologico”. Per l’Aiab, la scelta del ministero è “una follia, se consideriamo la necessaria inversione di tendenza chiesta a tutto il Pianeta per contrastare il cambiamento climatico che deve partire proprio dai metodi di produzione del cibo nonché dall’educazione alimentare e ambientale dei più piccoli”.
“Direzione opposta a quella dell’Europa”
“Queste linee guida – continua Corbari – ci sembrano ignorare questi principi e sono senz’altro un brutto scivolone del nostro governo e nello specifico del ministero che dovrebbe occuparsi di tutelare la salute sei suoi cittadini, che evidentemente oltre a non essere a conoscenza delle evidenze scientifiche degli effetti dei pesticidi sui più piccoli, sembra non tenere in nessun conto la direzione che l’Europa ha appena indicato”, facendo riferimento al Green New Deal da poco lanciato ma anche il fatto che per la riforma della PAC si discute di favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica come strumento di contrasto ai cambiamenti climatici.
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