Quanti sono i contadini biologici in Italia? Quali sostanze usano sui loro campi? Come combattono i parassiti delle piante? Gli chef Luisanna Messeri e Andy Luotto spiegano cos’è il biologico nella nuova campagna “Ricominciamo dal Bio” di Cambia la terra.
Lo fanno, naturalmente, ai fornelli. E preparando il piatto classico di questa stagione: la ribollita, cotta nelle cucine della Cooperativa di Agricoltura Sociale Capodarco dove nessuno resta indietro e i temi dell’accoglienza e della solidarietà verso e con chi vive in condizione di svantaggio si fondono con l’azione orientata all’inclusione sociale, all’integrazione lavorativa e all’attenzione per l’ambiente.
LA VIDEO RICETTA
La ribollita è uno dei piatti anti-spreco più apprezzati della tradizione culinaria italiana: uno dei modi migliori per riutilizzare il pane secco che avanza in casa. La lotta allo spreco alimentare dovrebbe diventare una priorità per tutti noi a giudicare dai numeri: ogni famiglia butta nella spazzatura ben 36 chili di cibo ogni anno, secondo i dati del Last Minute Market.
Ma la ribollita bio è anche e soprattutto buona perché fa a meno di fertilizzanti, metalli pesanti e chimica di sintesi. Facciamo un esempio: nelle verdure biologiche si registra un valore di cadmio inferiore del 50% rispetto alle colture convenzionali. Col metodo biologico si coltiva solo con sostanze naturali: è il modello che dà maggiori garanzie sulla salubrità del cibo. Nell’agricoltura convenzionale si nutre la pianta – diciamo, ad ogni costo – mentre nel biologico si nutre e si cura il suolo che sostiene la pianta. L’unica sostanza ammessa sono i sali di rame che si usano come fungicida non hanno effetto sistemico. Vuol dire che non entrano nel ciclo linfatico: non entrano cioè nelle radici, nel fusto o nel frutto. Rimangono sulla buccia e basta il normale risciacquo con un po’ d’acqua e vanno via. Che fa una bella differenza.
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