Biossido di titanio, Pavanelli (M5S). “L’Italia segua l’esempio francese”

BIOSSIDO DI TITANIO

Finalmente anche nel nostro paese la politica inizia ad occuparsi del biossido di titanio e dei suoi rischi. La portavoce in Senato del M5S Emma Pavanelli, ha inviato un’interrogazione al ministro della Salute per richiedere la sospensione della commercializzazione dei prodotti contenenti biossido di titanio in attesa di nuove valutazioni in base a studi approfonditi ed aggiornati sul suo reale rischio di cancerogenicità per l’uomo.

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Quello che la senatrice pentastellata chiede è di seguire l’esempio della Francia che applicando il principio di precauzione, ha sospeso la commercializzazione di generi alimentari contenti il discusso additivo alimentare utilizzato in molti prodotti come merendine, snack ma anche prodotti cosmetici perché dona un colore bianco brillante e per le proprietà opacizzanti. Lo troviamo anche in forme nano come hanno dimostrato le analisi che abbiamo condotto su diversi alimenti.

Negli ultimi anni, alcuni studi internazionali hanno evidenziato effetti nocivi, in particolare cancerogeni, che potrebbero essere causati dall’inalazione delle nanoparticelle di biossido di titanio. L’Agenzia francese per la sicurezza alimentare ha suggerito di limitare l’esposizione dei consumatori all’E171:da questa valutazione è scaturita la decisione di vietare la vendita di prodotti che lo contengono. Questo mentre in Europa ancora si sta discutendo sulla necessità di un’allerta sulle confezioni sui rischi correlati all’esposizione al biossido di titanio.

“Mi auguro che la risposta del ministro sia positiva” spiega a Il Salvagente la senatrice M5s Pavanelli che continua: “Ho molto a cuore la questione, non solo per i risvolti sulla salute dei consumatori che sono noti ma soprattutto perché provengo da una zona (Città di Castello, Umbria) dove c’è un’azienda, posizionata nei pressi di una scuola, che produce biossido di titanio“. Vi assicuro – continua la senatrice – che il problema è molto sentito: in Italia gli impianti che producono E171 sono classificati “impianti insalubri di prima classe” e dunque necessitano di particolari accorgimenti, perché potenzialmente pericolosi per la salute dei suoi lavoratori e per la popolazione che vive nelle vicinanze. Tra l’altro – ricorda la Pavanelli – sulla cancerogenicità del biossido di titanio quando inalato non ci sono dubbi.

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C’è da dire che sull’argomento a settembre di quest’anno si è espressa la sottosegretaria lla Salute Sandra Zampa rispondendo ad un’interpellanza sempre del M5S. “Il Ministero della salute segue con attenzione la questione riguardante il biossido di titanio. Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza chimica, si precisa che la proposta di classificazione di pericolo del biossido di titanio, di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008 è tuttora in discussione presso la Commissione europea. L’attuale proposta prevede l’inclusione del biossido di titanio nell’allegato VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 come cancerogeno di categoria 2 per via inalatoria come proposto dal Comitato per la valutazione dei rischi (che d’ora in avanti richiamerò come RAC) con l’aggiunta di alcune note esplicative che tengono conto delle proprietà fisiche dello stesso, cioè fibre e particelle, e della relativa tossicità” ha detto il sottosegretario aggiungendo che “è previsto, inoltre, l’inserimento di indicazioni di pericolo supplementari sulle etichette degli imballaggi delle miscele contenenti biossido di titanio relative al pericolo di inalazione per prodotti spray e per polveri. Una volta adottata la classificazione di pericolo per la sostanza, si provvederà a valutare il rischio per la salute umana di lavoratori e di consumatori esposti alla sostanza e, di conseguenza, a promuovere ogni necessaria misura di gestione del rischio stesso qualora questo appaia non controllato”.