Cannabis light, fine dei dubbi (e di parte delle follie proibizioniste)

Cannabis Light anno zero.  L’emendamento approvato ieri sera al Senato fa finalmnente chiarezza in un settore precipitato nel caos dopo le sentenze quantomeno vaghe. L’ultima a fine novembre della Cassazione che, dopo quella che lo scorso 30 maggio di fatto vietava il commercio di derivati di canapa.  La sentenza, la numero 46236, stabiliva che chi vende derivati dalla coltivazione della cannabis sativa L, commette reato a meno che non si riesca a dimostrare che tali sostanze siano prive di efficacia drogante.

A manovra approvata, invece, fino a un contenuto di 0,5 di Thc la cannabis sarà considerata legale e chi la vende così come chi la compra non sarà tacciabile di commettere reati.

Luca Marola, fondatore di Easyjoint e tra i primi in Italia a sviluppare il mercato della  cannabis light, più volte ascoltatop dal Salvagente non cela la sua soddisfazione: “Dopo due anni e mezzo di lotta pare arrivi il riconoscimento della bontà delle nostre motivazioni. Abbiamo smascherato la follia del proibizionismo, creato dal nulla una filiera agricola e commerciale non immaginabili solo 2 anni fa, siamo riusciti a far correggere la legge sulla canapa e sugli stupefacenti negli aspetti più controversi. Ma quanti morti e feriti sono caduti… Un pensiero va alle decine di imprese agricole e commerciali che, a causa della follia proibizionista politica e giudiziaria, sono state costrette a chiudere ed un ringraziamento va ai 6 senatori dei tre gruppi di maggioranza che ci hanno creduto fino in fondo, a tutti i senatori che l’hanno approvato ed al governo. L’attività a favore di una regolamentazione complessiva della cannabis continua”.