Caro Salvagente,
volevo prenotare un soggiorno di 15 giorni presso un villaggio in Puglia tramite un grosso tour operator italiano. Essendo intollerante a lattosio, soia e peperoni ho fatto chiedere dall’agenzia di viaggio presso la quale mi rivolgo sempre se erano in grado di gestire le mie intolleranze.
La loro risposta è stata: “I pasti si svolgono tramite un variegato buffet dal quale il cliente potrà autonomamente attingere operando le scelte che ritiene più opportune per le proprie necessità” e in più hanno allegato un modulo (che vi invio) che avrei dovuto firmare con il quale “esoneravo il tour operator da ogni responsabilità in merito ad eventuali danni da intolleranze alimentari”.
Vi sembra un comportamento corretto dal punto di vista legale?
Grazie
Daniela Emanuelli
Cara Daniela ci pone un bell’interrogativo: abbiamo chiesto un parere al dottor Dario Vista, biologo nutrizionista, esperto in normativa alimentare.
Se la somministrazione si svolge in Europa non è assolutamente legale. Il cliente va informato puntualmente sulla presenza di allergeni. Passi per la somministrazione alla carta, nella quale è impossibile fornire informazioni in tempo reale in quanto non presente un menu fisico, ma chiedere di esonerare il gestore dalla responsabilità sulle intollerante non è concepibile. Ora in questo caso l’esonero è per il tour operator che non è l’Osa (Operatore del settore alimentare) quindi in realtà legalmente non deve attenersi alla normativa di settore, però è una forzatura antipatica.
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