Una valida alternativa al consumo di frutta, non sempre amata dai nostri figli. E una bevanda che tutti noi consideriamo naturale, dunque perché non approfittarne? Il successo dei succhi di frutta non riguarda solo i più piccoli. Basta dare un’occhiata ai dati di mercato per rendersene conto: nel nostro paese ogni anno si consumano 765 milioni di litri di succhi e bevande alla frutta, 13 a testa in media, con un fatturato per l’industria di 683 milioni di euro nel 2018. Un business di tutto rispetto, insomma, che deve la sua fortuna all’associazione con la naturalità e la salubrità della frutta. Ma è sempre così?
Il Salvagente ha messo a confronto dieci succhi di pera, (disponibile qui la versione digitale del nuovo numero) uno dei gusti più consumati in Italia, scegliendoli tra le marche più diffuse, e portandoli in laboratorio.
Le valutazioni dei laboratori a cui ci siamo rivolti riguardano la presenza di pesticidi e sostanze chimiche potenzialmente dannose, ma non solo: anche la contaminazione di tossine, come la patulina, e la quantità di zucchero, sono stati alla base della classifica del numero che trovate in edicola da oggi. I carboidrati derivanti da fruttosio, glucosio e zuccheri aggiunti di varia natura, per esempio sono tra le maggiori cause di obesità infantile, il che per una bevanda che spesso è destinata proprio a un pubblico giovane non è da sottovalutare.
In generale i risultati hanno mostrato tracce dei fitofarmaci captano, boscalid e dodina, in quantità non preoccupanti. Anche la tossina patulina in sei campioni su dieci, non è da ritenersi a rischio per la salute, almeno non in questa quantità, anche se approfondendo l’argomento con alcuni esperti abbiamo avuto modo di maturare qualche dubbio sulla normativa in vigore e sulle soglie massime che fissa per i bambini.
Acquista qui il nuovo numero del Salvagente con il test su 10 succhi di frutta alla pera.