Biossido di titanio in nanoparticelle, le aziende: non dobbiamo dichiararlo

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Nel numero del Salvagente in edicola (che potete acquistare qui oppure in tutte le edicole) abbiamo portato in laboratorio 12 prodotti – tra snack, caramelle, gomme da masticare e farmaci – alla ricerca di nanoparticelle di biossido di titanio non indicate in etichetta. In tutti i prodotti in cui le analisi hanno confermato la presenza dell’additivo E171, questo è stato trovato in dimensione nano nella forma di anatasio, la più pericolosa delle forme cristalline in cui si presenta in natura il biossido. Abbiamo contattato tutte le aziende coinvolte, ma hanno risposto alla nostra richiesta di informazioni solo Flying Tiger, Confetti Crispo e Mars. Una precisazione è d’obbligo: tutte le aziende rispettano le norme di legge dal momento che non è obbligatorio indicare in etichetta la dimensione dell’additivo ma solo la sua presenza (informazione chiaramente presente su tutte le confezioni).

“Non esiste ancora alcuna linea guida ratificata” ci ha spiegato Tiger aggiungendo che “L’E171 è un argomento attuale che seguiamo da vicino“. L’azienda ha fermato che “Nel regolamento europeo sull’informazione alimentare, n. 1169/2011, è richiesto che gli ingredienti classificati come nanomateriali debbano essere elencati separatamente sull’etichetta di prodotti. La Commissione europea ha proposto di non applicare la nano-dichiarazione agli additivi che sono già stati approvati in passato ma il Parlamento europeo vuole andare oltre e rendere obbligatorio che gli additivi esistenti includano “(nano)” sull’etichetta se rientrano nella definizione”.

Più dettagliata la risposta dell’azienda Crispo nei cui confetti le analisi hanno rilevato la presenza di nano e micro particelle di E171: “L’indicazione “nano” deve essere indicata in etichetta solo per quegli ingredienti “intenzionalmente prodotti”  in forma “nano”. Al tale proposito – ci fa sapere l’azienda – è compito del produttore dell’additivo dimostrare che non ha effettuato un processo produttivo diverso da quello classico, finalizzato a produrre nanoparticelle così da ottenere delle particolari funzioni della nanoscala”. Crispo conclude citando l’ultima revisione dell’Efsa che nel suo parere ha concluso che “sulla base delle valutazioni tossicologiche attualmente disponibili, l’utilizzo del biossido di titanio negli alimenti non comporta rischi per la salute, richiedendo al contempo ulteriori approfondimenti”.

Mars, infine, ci ha fatto sapere “di utilizzare unicamente l’additivo E171 in dimensione standard e non in nanoparticelle ingegnerizzate né nella produzione né nel confezionamento dei prodotti”. Secondo l’azienda, dunque, “l’eventuale rinvenimento di nano particelle di TIO2 / E171 all’interno dei prodotti rappresenta una presenza del tutto residuale dovuta al processo di produzione”. 

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