È scontro frontale tra Oms e Italia sulle etichette a semaforo. In vista dell’inizio dei lavori del Comitato del “Codex Alimentarius” sull’etichettatura nutrizionale, che avrà luogo ad Ottawa dal 13 al 17 maggio, i toni si fanno sempre più caldi dopo che si è appreso dell’esistenza della bozza di documento pronto per la pubblicazione e preparato dal Dipartimento dell’OMS della Nutrizione per la Salute e lo Sviluppo senza un processo di consultazione con gli Stati membri.
A pagina 11, il documento recita: “Nutrient profiling is the science of classifying or ranking foods according to their nutritional composition” (“la profilazione dei nutrienti è la scienza che classifica gli alimenti a seconda della loro composizione nutrizionale”). La stessa frase è riportata anche sul sito web dell’OMS all’indirizzo https://www.who.int/nutrition/topics/profiling/en/.
La cosa non è andata giù alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra che in una lettera indirizzata al Direttore Generale dell’OMS, a firma dell’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, ha richiesto formalmente l’eliminazione di tale riferimento da entrambi i documenti, “poiché è assolutamente infondato definire la profilazione dei nutrienti come una “scienza”.
La scienza della profilazione degli alimenti
Nella lettera del rappresentante italiano si legge: “Anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che è un organo puramente scientifico, ha riconosciuto, in un parere del 2008, le “specifiche intrinseche limitazioni dell’uso dei profili nutrizionali per la classificazione degli alimenti”. Tra i vari argomenti, l’EFSA ha sottolineato “l’intrinseca difficoltà nel cercare di applicare a singoli prodotti agro-alimentari le raccomandazioni sull’assunzione totale dei nutrienti che sono invece pensate per essere applicate alla dieta nel suo complesso”: un concetto che l’Italia condivide pienamente, poiché non è certo demonizzando singoli alimenti che è possibile combattere e vincere la battaglia contro l’obesità e le malattie non trasmissibili legate alla nutrizione”.
“Il semaforo ha già fallito”
Nella sua lettera al Direttore Generale dell’OMS, l’Ambasciatore Cornado ha sottolineato come, nei Paesi che hanno fatto ricorso ai profili nutrizionali per adottare sistemi di etichettatura “a semaforo” (includendo anche i nutriscore francesi), le variabili adottate per distinguere tra cibi ritenuti sani e cibi ritenuti dannosi risultano in realtà molto diverse: un’ulteriore conferma che non vi è assolutamente nulla di scientifico nei profili nutrizionali. L’Ambasciatore Cornado ha anche evidenziato come, in nessuno di tali Paesi sia stato registrato il benché minimo miglioramento in termini di salute pubblica o di incidenza dell’obesità: un risultato scontato, poiché tali sistemi non portano affatto, come vorrebbero prefiggersi, ad effettuare scelte più sane. Per fornire un esempio, l’acquisto di diversi prodotti italiani di alta qualità conosciuti in tutto il mondo – come l’olio extravergine d’oliva, solo per menzionarne uno dei più rinomati – viene scoraggiato dall’adozione di fuorvianti indicatori grafici di colore rosso o nero.
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A rimetterci i gioielli italiani
Dall’Ambasciata italiana presso l’Onu citano anche una ricerca Nomisma effettuata nel Regno Unito ad un anno dall’introduzione di un sistema volontario di etichettatura fronte-pacco ha dimostrato una drammatica contrazione delle vendite di tutti i principali prodotti agro-alimentari italiani di alta qualità: una chiara dimostrazione che i sistemi basati sui profili nutrizionali non portano i consumatori a compiere scelte più sane ma penalizzano fortemente i prodotti tradizionali italiani. E concludono: “L’Italia è attivamente impegnata in tutti i fori internazionali per scongiurare il ricorso ai profili nutrizionali e per riaffermare il principio che tutte le decisioni relative alla nutrizione adottate da organizzazioni come l’OMS e la FAO dovrebbero essere sostenute dal più alto livello di evidenza scientifica”.