Mutui, crescono gli importi erogati ma anche i tassi

Nel secondo semestre dell’anno l’andamento Btp-Bund e le tensioni dei mercati sospingono le richieste di mutui a tasso fisso, ma gli spread applicati dalle banche sulle nuove erogazioni in molti casi sono aumentati. Ad allertare i consumatori sull’andamento dei tassi per i prestiti per la casa è l’osservatorio congiunto  di Facile.it e Mutui.it che, analizzando un campione di oltre 40mila domande di mutuo raccolte da gennaio a dicembre 2018, hanno tracciato un bilancio dell’anno appena trascorso, che rimane positivo sul fronte dei mutui, con tassi ancora a valori estremamente bassi e tutti i principali indicatori in crescita.

Gli incrementi

Dal punto di vista dei tassi gran parte del 2018 è stato caratterizzato da un livello estremamente basso degli indici, sia fissi che variabili, condizione garantita dalla sostanziale stabilità di Eurirs e Euribor (i parametri che guidano l’andamento, rispettivamente, dei mutui fissi e variabili). A partire dal mese di ottobre, però, per quanto riguarda le nuove richieste di mutui a tasso fisso di lunga durata, qualcosa è cambiato e alcuni istituti di credito hanno iniziato a ritoccare verso l’alto i loro spread (e quindi il tasso finale per il cliente) con incrementi nell’ordine dello 0,2%. Anche i nuovi mutui erogati a tasso variabile, in alcuni casi, hanno visto un lieve rialzo degli spread bancari applicati, ma su queste operazioni di finanziamento l’incremento è stato più limitato e, quando presente, comunque inferiore allo 0,01%. Il trend registrato negli ultimi mesi del 2018 si è confermato anche nel 2019; durante i primi giorni del nuovo anno alcuni istituti di credito hanno nuovamente ritoccato verso l’alto, con aumenti sempre nello stesso ordine.

Politica meno rigida delle banche

Il primo dato positivo è quello relativo alle somme richieste, che nel 2018 sono aumentate; gli aspiranti mutuatari, si legge nell’analisi, hanno cercato di ottenere, in media, 132.453 euro, vale a dire il 3,3% in più rispetto al 2017. All’aumento dell’importo medio richiesto ha corrisposto, seppur in misura più limitata, una crescita delle somme effettivamente concesse; il taglio medio erogato dagli istituti di credito nel corso dello scorso anno è stato pari a 128.886 euro (+0,5% rispetto al 2017). Altro dato positivo è quello relativo al Loan To Value (LTV), vale a dire la percentuale del valore dell’immobile che si cerca di finanziare tramite mutuo. Questo parametro è passato dal 61% del 2017 al 69% del 2018 per ciò che riguarda le richieste e dal 60% al 65% per quanto concerne gli erogati. Segnale di una politica meno rigida da parte delle banche su cui ha senza dubbio avuto un ruolo importante anche il Fondo Garanzia Prima Casa, che ha permesso lo scorso anno a numerosi istituti di credito di finanziare operazioni di acquisto con LTV elevato, anche fino al 100%.

Fisso, quanto conviene?

Secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it anche per il 2018 il tasso fisso si conferma re indiscusso del mercato italiano dei mutui, con ben otto aspiranti mutuatari su dieci che si sono orientati verso questa tipologia di finanziamento (erano il 73% nel 2017).