Un malore, probabilmente una reazione allergica, uno shock anafilattico. Federica, 16 anni, ha perso la vita sabato scorso a Roma nel quartiere di Centocelle, dopo aver passato la serata con gli amici e aver consumato dei drink nei bar della zona. Federica era allergica al lattosio e si sospetta sia colpa di un cocktail con latte contenente l’allergene killer per la ragazza. Ma quali potrebbero essere le responsabilità? Che obblighi hanno bar e ristoranti in materia di informazione ai consumatori degli allergeni presenti nei loro menu?
Cosa prevede il Regolamento 1169/11
Una delle grandi novità del Regolamento europeo sulle informazioni (Reg. Ue 1169/11) è l’attenzione data alla comunicazione degli allergeni. Questi devono essere evidenziati nelle etichette dei prodotti con carattere diverso rispetto agli altri ingredienti (ad esempio in grassetto, con una dimensione maggiore e con un colore diverso) in modo da balzare agli occhi del consumatore. Questo vale anche per i prodotti somministrati dai pubblici esercizi, come bar, ristoranti, servizi di catering o mense, ma con modalità diverse.
Le App non sostituiscono il menu
Se si è allergici a una sostanza, quando si entra in un bar, cosa ci si dovrebbe aspettare? I pubblici esercizi devono comunicare al consumatore la presenza di allergeni nel modo più chiaro e immediato possibile ovviamente. Le informazioni possono essere riportate sui menù, su appositi registri o cartelli o anche su sistemi tecnologici, da tenere bene in vista. App, codici a barre o QR code sono ben accetti ma non possono sostituire gli strumenti sopra descritti perché non facilmente accessibili a tutti.
“Rivolgersi al personale” da solo non basta
Un’altra alternativa è quella di esibire in luogo ben visibile la dicitura “le informazioni circa la presenza di sostanze o di prodotti che provocano allergie o intolleranze sono disponibili rivolgendosi al personale in servizio”. È possibile anche indicare sul menu o su un cartello la scritta “per qualsiasi informazioni su sostanze e allergeni è possibile consultare l’apposita documentazione che verrà fornita, a richiesta, dal personale in servizio”. In pratica si rimanda a un documento scritto in cui vengono correlati gli alimenti agli allergeni, una sorta di libro degli ingredienti ad hoc.
Sanzioni…dopo 4 anni
Dopo quattro anni dalla entrata in vigore del Regolamento europeo nel 2018 vengono finalmente previste nel nostro paese delle sanzioni. Il decreto legislativo 231 del 2017, entrato in vigore nel maggio scorso, prevede sanzioni dai 3.000 ai 24.000 euro in caso di omessa indicazione degli allergeni, e da 1.000 a 8.000 euro in caso di indicazioni con modalità diverse da quelle previste nella normativa. Gli importi possono essere ridotti fino ad un terzo per le piccole realtà, con meno di 10 dipendenti.
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