Una “Super-cannabis”,  con una percentuale di Thc molto alta rispetto al passato, sta prendendo piede in Europa. A dirlo è lo studio dell’Università di Bath e del King’s College di Londra, in base ai dati raccolti dall’Osservatorio europeo per i medicinali e tossicodipendenza su 28 Stati membri dell’Ue e di Norvegia e Turchia. I risultati mostrano che per la cannabis a base di erbe le concentrazioni di Thc sono passate dal 5% nel 2006 al 10% nel 2016. Contemporaneamente all’aumento di tetraidiocannabidiolo, si registra una diminuzione di cannabidiolo (Cbd), la sostanza permessa nella cannabis legale in Italia, molto utile per trattare i sintomi di alcune malattie, come l’epilessia infantile e l’ansia. Inoltre il Cbd serve a bilanciare effetti negativi del Thc come quelli sulla memoria e di tipo paranoide.
Il test del Salvagente che lo diceva già nel 2015
A conclusioni simili alla ricerca inglese, era arrivato il Salvagente nel dicembre 2015, quando – ancora con la testata Test – aveva pubblicato le analisi di laboratorio su diversi campioni di marijuana acquistata per strada: i risultati parlavano di una cannabis “dopata”, molto più potente.
Serve una regolamentazione
“Il Cbd ha il potenziale di rendere la cannabis più sicura, senza limitare gli effetti positivi che gli utenti cercano – spiega Tom Freeman, del gruppo Dipendenze e salute mentale del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bath, riportato dall’Ansa – Quello che stiamo vedendo in Europa è un aumento di Thc e i livelli stabili o decrescenti di Cbd, rendendo potenzialmente la cannabis più dannosa”. “Una soluzione”, secondo Freeman “potrebbe essere quella di tentare di controllare Thc e Cbd attraverso una regolamentazione”.