Caro Salvagente, è dal 4 ottobre che non ho linea telefonica, né fissa né Adsl e nonostante i miei solleciti quasi quotidiani, il problema (spostare la centralina da un palo ad un altro già esistente) non è stato risolto. La Tim dice di aver dato mandato alla Sirti che non ha provveduto. Il 15 novembre sono stata costretta a fare disdetta. Con la fattura di novembre Tim mi manda un rimborso di solo 15 euro a fronte delle mie richieste e cioè del mancato servizio sempre per lo stesso problema di due settimane ad agosto e quello di un mese e mezzo tra ottobre e novembre. Vorrei che mi fosse rimborsato tutto e spostata la centralina, visto che in casa c’è anche una persona anziana e invalida. Come posso fare?
Lucia Tiano
Cara Lucia, abbiamo chiesto aiuto a Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia. Ecco le sue risposte
Sulla questione dello spostamento della centralina, purtroppo, possiamo dire poco: se ciò rientra nelle scelte tecniche dell’operatore, infatti, questo decide autonomamente come procedere.
Diversa è la questione degli indennizzi. Quando un cliente Tim subisce un disservizio dovuto ad un guasto, a risponderne è sempre Tim, al cliente non importa che la ditta incaricata di fare i necessari lavori ritardi ad eseguirli o non li faccia, è sempre Tim che ne risponde al cliente e che deve quindi corrispondere gli indennizzi per i giorni di disservizio.
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Per tali motivi, cioè assenza totale della linea per più tempo, il cliente è poi nel diritto di recedere dal contratto, richiedendo che non vengano applicate eventuali penali perché il recesso è dipeso da cause imputabili al gestore.
In genere il valore degli indennizzi è pari a 5 euro per ogni giorno di assenza totale del servizio telefonico. Quindi il cliente può richiedere, per iscritto, che gli vengano riconosciuti, moltiplicando il valore per i giorni di disservizio, distinguendo per il disservizio di agosto e per quello più recente, che poi ha portato alla disdetta del contratto.
Telecom deve rispondere entro 30 giorni, se non lo facesse o se la risposta è insoddisfacente perché non riconosce l’indennizzo richiesto, è possibile sempre presentare un’istanza al Co.Re.Com o avviare una conciliazione paritetica direttamente con l’operatore, per tentare di risolvere bonariamente la questione.
Se comunque Telecom, non avesse risposto nei 30 giorni, nel tentativo di conciliazione, il cliente potrà anche richiedere l’indennizzo per la mancata risposta, e secondo l’Agcom, in questi casi, l’operatore deve riconoscere al cliente un indennizzo pari ad 1 euro per ogni giorno di ritardo, fino ad un massimo di 300 euro.