EasyJoint, l’azienda leader nel campo della cannabis light in Italia, ha fatto il salto. “Diventiamo davvero seri”, scherza il fondatore Luca Marola raggiunto telefonicamente dal Salvagente, mentre annuncia l’acquisizione da parte della holding canadese Lgc Capital che entra a tutti gli effetti come socio di minoranza al 47% in EasyJoint.
“Nata nel caos e produttrice di caos”, EasyJoint può oggi dire di aver vinto la scommessa lanciata poco più di due anni fa, quando “abbiamo di fatto costretto il legislatore a fare qualcosa” per dare spazio e ordine al comparto della coltivazione e della commercializzazione della canapa ricreativa, ma quasi del tutto priva di thc, la sostanza che provoca lo “sballo” (è consentita solo una quantità che oscilla tra lo 0,2% e lo 0,6%).
“Ci hanno contattato otto soggetti e abbiamo optato per Lgc per almeno tre motivi: sono una società pubblica e quindi trasparente, sono ben piantati nel mercato della cannabis e hanno una visione molto simile alla nostra, e questo per noi è davvero stimolante”, spiega Marola, consapevole del fatto che si stia aprendo una fase “difficile e faticosa” ma anche interessante. Del resto, scandisce, “dobbiamo continuare a essere i primi, in questo settore, i primi a fare esperienze”. EasyJoint manterrà dunque il controllo della società, ma i soci avranno anche potere di veto sulle decisioni future, “come è giusto che sia”.
Ma che ripercussioni può avere questa acquisizione sul settore legato alla cannabis?
Secondo Marola, ci saranno e saranno positive. “Da quando siamo nati abbiamo creato qualche migliaia di posti di lavoro, abbiamo aiutato ulteriori migliaia di partite iva nel commercio e nell’agricoltura…”. Le tasse, inoltre, sono “enormi”, riferisce Marola: “La cifra con cui la Lgc acquisisce quote do EasyJoint è pari a 4,8 milioni di euro; ciò significa che il 26% andrà nelle casse dello Stato”.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Attraverso i suoi oltre 450 punti, EasyJoint ha registrato vendite per sei milioni di dollari negli ultimi dieci mesi con circa 150 prodotti.
Il Ceo di Lgc Capital John McMullen è convinto che EasyJoint sia in grado di penetrare i mercati europei dove i prodotti di canapa sono legali. “L’Europa è un mercato che può essere grande o anche più grande di ciò che accade negli Stati Uniti”, la sua opinione: “Stiamo lavorando per portare i negozi in Canada.”
Lgc capital è anche interessata al settore della cannabis terapeutica. “Fino ad ora noi ne siamo rimasti fuori perché ritenevamo che fosse il settore della cannabis ricreativa ad avere necessità di essere regolamentata, molto più di quella destinata ad usi medici – spiega Marola – ma i nostri partner sono particolarmente interessati e quindi saremo attenti a capire cosa si muove anche in quell’ambito”. Insomma, se anche i privati in futuro potranno coltivarla e non solo lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, anche EasyJoint non si tirerà indietro.
Fenomeno marijuana light: chi la cerca e cosa si aspetta dall’erba legale