“Il treno ritarda e decido di non prenderlo. Ho diritto al rimborso?”

Comprare un biglietto per il treno e poi dovervi rinunciare per un grosso ritardo della vettura dà diritto a un rimborso? È la domanda che la nostra lettrice Alessandra da Alessandria ci pone attraverso la sua storia, che risale allo scorso 23 agosto: “Mi sono recata alla stazione ferroviaria di Alessandria per acquistare un biglietto per Torino Porta Nuova – scrive Alessandra – Sul tabellone “Partenze” figurava un regionale proveniente da Genova con un ritardo di 10 minuti. Onestamente non mi sono preoccupata, avevo margine sufficiente per arrivare per tempo alla visita prenotata. Tempo di acquistare i biglietti di andata e ritorno alla macchinetta automatica ed ecco la sorpresa: il ritardo del regionale passa da 10 a ben 30 minuti. Mi avvicino allo sportello per chiedere informazioni riguardo un eventuale rimborso e/o cambio data di utilizzo. Risposta: “eh no, non si può. Avrebbe dovuto cambiarlo ieri”. Rimango perplessa e rispondo che “ieri” non potevo sapere che i treni per Torino avrebbero tutti avuto ritardi così elevati”.

Situazione kafkiana

Alla richiesta del motivo del ritardo, la donna si sente rispondere: “sono lavori programmati sulla linea”.  Alessandra continua: “Il ritardo del treno regionale, odorava tanto di “ritardo fittizio”, che per nulla mi avrebbe permesso di essere tranquilla sul giungere a destinazione in orario. Prima di lasciare la stazione, noto che un treno diretto ad Arquata Scrivia, delle ore 7.55, viene inspiegabilmente cancellato. I problemi su quel tratto erano evidenti! Eppure non sono state date né informazioni a riguardo, né comunicazioni di autobus sostitutivi, niente di niente. Come si suol dire: oltre al danno, la beffa. Nonostante le difficoltà alla guida di questo periodo, non mi resta che abbandonare la stazione e prendere la macchina per raggiungere Torino”.

Reclamo inutile

Alessandra chiede al Salvagente: “Capisco che sui biglietti ci sia scritto “No cambio – No rimborso”, ciò che non capisco è perché per un disservizio altrui ci debba rimettere dalle mie tasche. Ho anche provato a fare reclamo direttamente sul sito di Trenitalia, ma pare che il sistema vada “in loop” e, anche se i campi sono tutti correttamente compilati, alcune informazioni vengano cancellate, con la richiesta continua di inserimento delle informazioni mancanti. Sicuramente – aggiunge la lettrice – 15.80 euro non rendono me più povera, né Trenitalia più ricca, ma trovo ingiusto dover pagare per un servizio del quale non ho potuto usufruire per inefficienza dell’ente erogatore”.

Federconsumatori: “Cattiva gestione”

Il Salvagente ha girato la storia della sua lettrice a  Bruno Albertinelli, responsabile trasporti Federconsumatori, che commenta: “Trovo la situazione in termini di gestione di quanto accaduto veramente kafkhiana, dire che è stata gestita male è un eufemismo, per quello che mi riguarda come Associazione manderò quanto scritto dalla interessata a Trenitalia per avere una risposta in merito sia alla cattiva gestione sia alla mancanza di possibilità di inoltrare il reclamo”.