Sul tema del caporalato e delle responsabilità della Grande distribuzione organizzata, ora interviene Conad. A pochi giorni dai due drammatici incidenti in cui sono morti 16 braccianti diretti nei campi del foggiano, sindacati e attivisti hanno puntato il dito contro la Gdo per i prezzi imposti troppo bassi, soprattutto con le aste online a doppio ribasso, che strozzano i produttori e creano le condizioni per lo sfruttamento del lavoro nei campi.
“Servono più controlli”
Dopo il chiarimento di Coop alle perplessità di un nostro lettore, interviene sull’argomento l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese: “Noi, come distributori, prevediamo per i fornitori capitolati molto stringenti sui questi temi (lavoro forzato, lavoro minorile, libertà sindacale, salute e sicurezza, ecc.) ed effettuiamo anche controlli, che sono utili ma non possono essere sufficienti. Le leggi ci sono e sono molto chiare, ma il ruolo di vigilanza e repressione spetta alle istituzioni che devono incrementare le visite ispettive”. Secondo l’Ad di Conad, al contrario di quanto sostengono sindacati e attivisti, “si vogliono confondere le acque, sovrapponendo due fenomeni differenti, entrambi esecrabili, ma di natura molto diversa”, con riferimento caporalato e aste online a doppio ribasso.
Conad: Non facciamo aste a doppio ribasso
Su queste ultime, Pugliese chiarisce: “Conad ha più volte espresso la sua contrarietà e infatti non vi partecipa. Gli imprenditori agricoli dovrebbero fare lo stesso: astenersi. Attualmente al Parlamento europeo è in discussione una Direttiva comunitaria che sarebbe bene includesse queste aste tra le pratiche sleali nella filiera alimentare. E’ certamente un buon inizio, purché ci si ponga davvero l’obiettivo di tutelare il mondo agricolo e le piccole e medie imprese, non le grandi multinazionali del food alle quali non mancano i mezzi per imporsi”
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