Telefonia, la truffa dei venditori che si spacciano per il Garante delle comunicazioni

I truffatori telefonici si dimostrano tra i più creativi d’Italia, purtroppo per i consumatori che ne sono vittima. A testimoniarlo l’ultima evoluzione dei contratti telefonici estorti con mezzi sleali da parte di venditori senza scrupoli. L’ultimo caso, raccontato dal signor Francesco Bernieri, che ha raccontato nel gruppo social “Gli amici del Salvagente” la sua assurda vicenda, in cui i venditori si sono spacciati persino per dipendenti dell’Autorità garante delle comunicazioni.

Gli aumenti fantasma

“Ricevo la telefonata da parte di un operatore della Vodafone – scrive Francesco – con cui ho il contratto per rete fissa da almeno 6-7 anni, per dirmi che ci sarà a breve (non ricordo e non mi sembra che mi abbia detto una data precisa) un cambiamento unilaterale del contratto e che verrà aumentato di 12,50€ mensili (pago attualmente 29€ circa, quindi un aumento quasi del 50%)”. In effetti, la compagnia ha annunciato ritocchi alle tariffe, ma le cifre sono tutt’altre: 1,5-2 euro al mese sia per fisso che per mobile.

“Se non si fida la facciamo chiamare dall’Agcom”

Ma torniamo al racconto del signor Bernieri: “La signorina mi comunica inoltre che essendo un cambiamento unilaterale ho il diritto di rescindere il contratto e lo posso fare tramite lei, telefonicamente e seduta stante, oppure utilizzare Agcom come intermediario con cui mi avrebbe potuto prendere un appuntamento telefonico”. Il nostro lettore preferisce dunque affidarsi al telefono a un addetto dell’Agcom. “Verso le 18 – continua – mi telefona una signorina (da un numero con prefisso corrispondente alla zona di Arezzo) dicendo di essere un’impiegata dell’Ufficio Tutela del Consumatore dell’AGCOM e che, essendo garante, il loro compito è appunto quello di tutelarmi e di guidarmi nella scelta del nuovo operatore.
Mi propone un paio di offerte (TIM e Fastweb) a dei prezzi che poco si discostano da quelli pubblicizzati sui rispettivi siti cui avevo avuto modo di dare un’occhiata nelle 3 ore trascorse tra le due telefonate di Vodafone e dell’Agcom”.

Alla fine, l’ammissione

Il signor Francesco rimane perplesso, e chiede alla donna di richiamare dopo qualche giorno. A quel punto la sedicente dipendente dell’Agcom dice che richiamerà il giorno dopo e che a quel punto bisognerà prendere la decisone, “pena l’accettazione dell’aumento del contratto”. Bernieri, insospettito, scrive all’Autorità per ricevere delucidazioni, e nel frattempo si rivolge agli “Amici del Salvagente”. Il giorno dopo, il nostro lettore chiama il 190, numero clienti Vodafone, dove l’operatrice cade dalle nuvole al racconto della “telefonata Agcom”. Lo stesso giorno con una mail l’autorità garante risponde al nostro lettore confermando quello che è ovvio per chiunque sia esperto del settore: l’Agcom non fa alcuna telefonata per proporre tariffe telefoniche di alcun operatore. “Dagli elementi esposti ed in base a simili segnalazioni pervenute – scrive l’autorità – potrebbe trattarsi di un comportamento fraudolento da parte di addetti alle vendite di qualche operatore” e mi invita, in caso venissi ricontattato, a esporre denuncia proprio presso Agcom”. Cosa che il nostro lettore fa regolarmente. Ma quando arriva la fatidica telefonata della finta operatrice del garante, Bernieri espone tutti i suoi dubbi, e mentre in un primo tempo l’operatrice insiste nuovamente di lavorare per l’Ufficio Tutela del Consumatore e lo invita a controllare su internet la veridicità della sua affermazione, dopo aver saputo che il signor Francesco ha contattato l’Agcom balbetta che lavora per una compagnia privata che fa promozione per più operatori. “Quando le chiedo di farmi il nome della compagnia per cui lavora, la signorina interrompe la comunicazione riagganciando” conclude il nostro lettore.

Konsumer: Cambiare le regole

Fabrizio Premuti, presidenti di Konsumer Italia, commenta: “Ciò che racconta Francesco la dice lunga su come in Italia si possa continuare a truffare le persone in assenza di una regolamentazione che intervenga pesantemente sulle agenzie di affari su cui si affidano ormai quasi tutti i gestori, siano di telefoni, sia d’energia e/o altro. Fare una sanzione di 5 mln di euro ad un operatore che riesce a trarre profitto da 12 mln di contratti, magari per solo 4 o 5 euro per ognuno, significa comunque permettere di accettare che lo stesso operatore abbia un utile netto di 40 milioni pagati tutti anche l’agenzia che ha truffato. Se finalmente riuscissimo a rendere solidali le agenzie nelle sanzioni allora probabilmente di storie come questa ne sentiremmo molte meno”.

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