Avete appena comperato una gonna, un costume, una maglietta? Concedetevi – oltre la legittima soddisfazione per il vostro nuovo acquisto – qualche secondo per prendere in mano l’etichetta, inserire i dati (modello, composizione principale e paese di produzione) nella pagina di Emersum per leggere il costo che avrebbe se fosse prodotto rispettando ambiente, salute e diritti di chi lo ha prodotto. Potreste scoprire, ad esempio, che una semplice t-shirt di cotone non biologico, prodotta in Bangladesh e venduta in Italia a 30 euro, costa al marchio 5 euro e 56 centesimi. Non solo, magari anche leggere che per realizzare la vostra maglietta sono stati consumati 136,08 litri di acqua, con un impatto ambientale di 1,03 kg di CO2 emessi.
È questo, in estrema sintesi, il risultato dell’iniziativa realizzata dopo un anno di progettazione, dell’impresa sociale a vocazione ambientale Emersum, tornata sul mercato con 3 collezioni di costumi sostenibili, italiani al 100%.
Daniele Biscontini è il fondatore. Un passato di ricerca nella stima delle emissioni di CO2 del Protocollo di Kyoto per l’Agenzia Ambientale Europea, poi analista di gestione delle risorse naturali, oggi esperto di Economia Circolare. Chiarisce: “Non siamo un’azienda di abbigliamento ma un marchio di informazione al consumatore con un forte cuore digital e sostenibile. Il costume è stato un pretesto per analizzare i “tessuti” alternativi, certificati (standard Oekotex ad esempio), con caratteristiche tecniche stabili di durata e economicamente accessibili per il mercato. Un lavoro di ricerca continuo: per ogni tessuto abbiamo individuato e selezionato la sua versione sostenibile (cotone bio, nylon e poliestere riciclati etc). Questo sistema ci ha portato a creare la piattaforma online VeroCosto in grado di confrontare i costi reali dei vestiti in funzione del paese di produzione e della fibra utilizzata, ma anche di misurare i costi ambientali non solo dei costumi ma anche dei capi di abbigliamento”.
Tanto per tornare alla vostra t-shirt ancora intonsa il punto è che se la stessa maglietta fosse stata biologica, l’impatto ambientale si sarebbe ridotto enormemente. Emersum calcola che se tutte le T-shirt vendute dai marchi europei (300 milioni, pari a 10 miliardi di euro) fossero sostenibili, il risparmio di acqua sarebbe pari a 4 miliardi di confezioni da 6 bottiglie, ovvero un numero prossimo al consumo italiano di acqua in bottiglia.
Poco cambia se nella vostra spesa è finito un costume nuovo. La stima di Emersum, effettuata analizzando i dati delle aziende dotate di certificazioni, è che solo il 2% dei costumi europei è sostenibile. Questo significa che servono 10mila camion di petrolio all’anno per soddisfare la richiesta di costumi nei paesi dell’UE (pari a un costume e mezzo a donna).
La soluzione? Informarsi innanzitutto e condizionare la produzione con le proprie scelte. Su questo tipo di consumatori è basata la scommessa di Emersum che ha già varato una collezione sportiva (in collaborazione con Legambiente), una glamour e una ipoallergenica (in collaborazione con Altramoda vestire biologico).