Levothyrox Merck di nuovo sotto accusa: un’analisi svela “anomalie nella composizione”

Nuova bufera sul Levothyrox della Merck, il farmaco per la tiroide: un’analisi commissionata da un’associazione di pazienti rivela anomalie nella composizione, il sottodosaggio di una molecola che causa tumori e la presenza di un altra molecola, non presente nella lista dei componenti, che è vietata negli Stati Uniti.

Ricordiamo che solo lo scorso febbraio la seconda relazione del Centro di farmacovigilanza di Rennes aveva confermato eventi avversi associati alla nuova formulazione (dopo la sostituzione della prima formula)  spesso gravi, invalidanti, e tali da mettere in pericolo di vita.

L’Associazione francese dei pazienti tiroidei (AFMT) ha deciso di effettuare un’analisi presso un laboratorio straniero sulla nuova formula di Levothyrox, dopo che molti pazienti avevano lamentato effetti collaterali. E la ricerca rivela che questa nuova formula contiene meno levotiroxina rispetto alle specifiche in vigore, il che potrebbe spiegare le disfunzioni del trattamento.

Il secondo elemento di questo studio è la presenza della destrotossina, che non appare, secondo l’associazione, nell’elenco dei componenti. Questa sostanza sintetica, non commercializzata in Francia, è stata ritirata dalla vendita negli Stati Uniti a causa di effetti collaterali simili a quelli descritti oggi dai pazienti tiroidei che lamentano crampi, mal di testa, vertigini e perdita di capelli.

I risultati di questo studio sono stati inoltrati al magistrato esaminatore dell’unità sanitaria di Marsiglia incaricato del caso, aperto per “inganno aggravato, lesioni involontarie e pericolo per gli altri”.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

“In questa fase, la nostra associazione non pretende, dopo un singolo studio, di avere una prova indiscutibile, ma se questi risultati fossero confermati, potrebbero costituire un spiegazione razionale a questa crisi, di origine sempre sconosciuta”, ha spiegato l’Associazione francese delle malattie tiroidee che ha dovuto superare molte difficoltà per trovare un laboratorio che conducesse questi test sul farmaco commercializzato dal laboratorio Merck.

L’Autorità sanitaria francese non ha voluto commentare “uno studio che non ha visto” e ha ricordato “che è in corso uno studio epidemiologico e che la giustizia fa il suo lavoro”. Dalla  Merck, invece, la dichiarazione della AFMT è definita “scientificamente infondata”. L’azienda ha ricordato che “sono già state eseguite dalle autorità competenti molte analisi senza identificare la minima non conformità del nostro prodotto.