Minerali, vitamine ed enzimi più velocemente assimilabili e facilmente digeribili. E una dieta che, purtroppo, è spesso carente di frutta e verdura. In estrema sintesi ecco spiegato il successo che stanno riscuotendo gli estrattori che promettono di riavvicinarci a un’alimentazione sana. Naturalmente c’è del vero in queste promesse. Quando mangiamo frutta e verdura intera, infatti, c’è bisogno di tempo per la digestione e secondo alcuni questo porta ad assimilare solo il 17% dei principi nutritivi. Bere un succo, invece, consente di assimilarne circa il 65% in appena 10-15 minuti. Detto questo e prima di addentrarci nelle dritte per un buon acquisto, ricordiamo che c’è anche chi – come ha fatto la nutrizionista Renata Alleva in questo articolo – dice no tanto agli estrattori che alle centrifughe, dato che il loro uso porta a una perdita di fibre e all’ingestione di dosi anche non trascurabili di fruttosio tossico per il fegato.
Estrattore o centrifuga?
Rispetto alle centrifughe, gli estrattori hanno la capacità di “rendere” di più: a parità di frutta o verdura inserita, secondo le prove di laboratorio condotte da riviste indipendenti dei consumatori che siamo riusciti a consultare, hanno un’efficienza media di circa il 66%, contro quella di circa il 58% delle centrifughe.
Che si scelga un modello a freddo e con basso numero di giri o uno che centrifuga, invece, il contenuto di sali minerali presenti nel succo sarà lo stesso, molto utile per reintegrare le sostanze perse con la sudorazione.
Niente spuma
E dal punto di vista del sapore? Le differenze con i succhi ottenuti dalle centrifughe ci sono eccome. I cultori di queste bevande naturali giurano che il succo ottenuto con un estrattore è più ricco di polpa, non produce la classica spuma e non si separa velocemente come quello di una centrifuga.
I vantaggi degli estrattori
Questi apparecchi hanno la capacità di estrarre il succo della frutta e della verdura a freddo, ossia senza scaldare gli alimenti. Il guadagno, come è intuibile, è a tutto vantaggio delle vitamine che sono molto sensibili alla temperatura e dunque rischiano di scomparire (o di arrivare nel succo in quantità minore) in presenza di calore.
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Lenti ma efficaci
A deporre a sfavore degli estrattori, almeno rispetto alle centrifughe che siamo abituati a utilizzare, è la loro caratteristica peculiare: lavorando a basso numero di giri (fino a 110 al minuto, contro gli anche 18mila delle centrifughe) impiegano più tempo per produrre un succo.
Quanti giri
In etichetta troverete sempre quelli “promessi”, nel senso che si tratta di quelli fatti a vuoto, ossia quando l’estrattore non incontra resistenza; quando metteremo frutta e verdura questo dato ovviamente diminuirà. Dato che a queste velocità non ci sono grandi differenze nel contenuto di nutrienti presenti nel succo, vale dunque la pena scegliere un apparecchio con 110 giri al minuto piuttosto che uno che ne dichiara appena 40. Non fatevi confondere da molte delle indicazioni che trovate in confezione: a questi giri non c’è alcuna differenza sul calore a cui si sottopone l’alimento. In tutt’e due i casi, infatti, la temperatura non è tale da compromettere il contenuto di vitamine.
Coclea, chi era costei?
È una delle caratteristiche tecniche importanti per valutare la qualità dell’apparecchio. La coclea è il meccanismo che sminuzza l’alimento in parti sempre più fini e consente l’estrazione. In commercio esistono modelli a coclea singola orizzontale o verticale e a doppia coclea. Tra i primi, quelli orizzontali, l’ideale sarebbe scegliere gli estrattori con filtro a due fasi, in grado di rendere un succo più limpido e con meno residui.
Gli apparecchi a coclea verticale, sono la naturale evoluzione di quelli orizzontali. Alcuni hanno tra gli accessori anche un filtro senza fori, utilizzabile per preparare sorbetti o salse per cucinare. Il lato debole di questi apparecchi si evidenzia quando devono lavorare con verdure a foglie che non riescono a essere adeguatamente spinte verso la coclea. Il problema si risolve facilmente unendo anche verdure o frutta più dura. La doppia coclea, infine, consente di estrarre più succo grazie a una spremitura più efficiente.
Il filtro
Nell’esaminare la qualità dei filtri in dotazione, invece, è bene tenere presente che in ordine di resistenza e durata crescente abbiamo quelli in policarbonato (i più economici), quelli in Tritam e i più cari in Ultam. Sempre meglio averne sempre uno a maglie fini (per il classico succo di frutta) e uno a maglie grosse se si vogliono preparare marmellate e passate di pomodoro.