Bavaglini “sporchi”: il nostro test in edicola a caccia di ftalati

Un alleato prezioso contro i rigurgiti di pappa ma anche un “amico” con il quale il piccolo inizia a prendere confidenza con il mondo esterno portandosi in bocca il tessuto “ancorato” al collo. Il bavaglino è un “abito” che accompagna le prime fasi di crescita e la sicurezza dei materiali che lo compongono diventa essenziale per proteggere la salute del bambino.
Per aiutare mamma e papà nelle scelte di acquisto, abbiamo portato in laboratorio 16 bavaglini per verificare la presenza sui ricami, sulle stampe e sui bordi di metalli pesanti (piombo e cadmio), componenti stagno organici, ammine aromatiche. Non contenti abbiamo quantificato il livello di “migrazione” dei colori a contatto con la saliva e l’eventuale presenza di 21 ftalati, sostanze plastificante utilizzate per rendere morbidi e malleabili i manufatti in Pvc, come le stampe dei pupazzetti presenti sui bavaglini. Le marche analizzate sono le più diffuse tra le quali Disney, Brums, Ovs, Coop Crescendo, Prenatal, Benetton, Chicco, Original Marines e via elencando.

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Due bocciati

I risultati, come vedrete nelle schede pubblicate nel nuovo numero in edicola e in formato digitale, sono sorprendentemente positivi: ben 14 campioni vengono giudicati eccellenti, il punteggio massimo, che in molti casi equivale a dire che non sono presenti componenti tossici o comunque sgraditi. In due casi le analisi hanno rilevato la presenza in tracce di due diversi ftalati, che  pur essendo ampiamente al di sotto al limite di legge (1.000 mg/kg) questi bavaglini sono stati penalizzati nel giudizio finale. Il limite di legge, infatti, è considerato molto “generoso” per sostanze capaci di agire da interferenti endocrini, ovvero capaci di alterare il sistema ormonale. Tanto è vero che esistono protocolli che abbattono il tetto di legge a soli 10 mg/kg, come il Detox promosso da Greenpeace e adottato da diverse aziende tessili italiane del distretto di Prato. Tanta severità è giustificata dal fatto che, come ci ha spiegato il dottor Celestino Panizza membro dell’associazione Medici per l’ambiente-Isde Italia, “gli interferenti endocrini, come gli ftalati, agiscono sul sistema endocrino a basse dosi producendo effetti importanti sull’organismo”.
Le ragioni per starne alla larga, insomma, esistono. E lo sanno bene anche le aziende che si impegnano ad azzerare il rischio.

Bartolini (Buzzilab): “Nel complesso risultati positivi”

Il risultato complessivo però fa ben sperare visto che ben 14 prodotti hanno avuto un risultato “eccellente“. “Dal punto di vista della sicurezza, i prodotti analizzanti hanno un profilo molto buono. In due bavaglini abbiamo riscontrato ftalati ma in concentrazioni al di sotto dei limiti di legge. Se vogliamo non trovare nemmeno tracce di queste sostanze sgradite meglio scegliere i bavagli con i ricami in rilievo piuttosto che con le stampe plastificate”. A rispondere è Giuseppe Bartolini, responsabile del laboratorio Buzzi di Prato, un centro di riferimento in Italia per le analisi sul tessile, lo stesso dove sono stati testati i nostri 16 bavaglini.“Credo che i residui rilevati sui due campioni – aggiunge Bartolini – siano del tutto involontari, tuttavia la stragrande maggioranza dei bavaglini riscontrati è completamente pulita”. Per poter scegliere quindi basta consultare i risultati del nostro test.