Un giocattolo su cinque, venduto nell’Unione europea, contiene sostanze pericolose e vietate dalle regole europee. È la sconcertante conclusione a cui è arrivato il rapporto diffuso pochi giorni fa dall’Echa, l’Agenzia europea dei prodotti chimici. I controlli che hanno passato in rassegna 5.625 articoli (tra questi tessuti, colle, vernici, prodotti in plastica e, per l’appunto, giocattoli) hanno trovato amianto, mercurio o piombo.
Giocattoli e ftalati
I dati più impressionanti, che lasciano stupito anche l’ente di controllo comunitario, sono quelli dei giocattoli dove nonostante i divieti è emersa la presenza di ftalati pericolosi nel 20% dei campioni.
Il 19,7% dei prodotti di giocattoli controllati è risultato non conforme per la presenza di ftalati (soprattutto Dinp, Didp e Dnop) considerati interferenti endocrini, soprattutto quando vengono a contatto o vengo ingeriti dai bambini.
Purtroppo non è l’unico allarme che emerge dai test condotti nel programma europeo.
Cuoio e cromo VI
Non è andata molto meglio sugli articoli di pelle: il 13,3% di quelli testati è risultato non conforme per il Cromo VI (467 articoli testati). I Regolamenti europei prevedono che i prodotti a contatto con la pelle non debbano contenerne in concentrazioni uguali o superiori a 3 mg / kg (0,0003% in peso)
del peso a secco totale della pelle. Il cromo esavalente è una sostanza altamente tossica, allergenica, mutagena e cancerogena.
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La sua presenza è dovuta al processo di lavorazione del pellame grezzo che viene trasformato in vari tipi differenti di cuoio per mezzo di una serie di processi chimici e meccanici. –
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): 7,9% non
– tasso di conformità con 382 articoli testati.
Bigiotteria e metalli pesanti
Nichel, Cadmio e piombo, sono i metalli pesanti soggetti a restrizioni eppure sono stati trovati in prodotti di gioielleria. In particolare il 6,7% del campione analizzato dei prodotti testati conteneva piombo contenuto al di sopra del limite di concentrazione limitato, il 7,9% era non conforme per il nichel e il 12,1% per il cadmio
L’origine? Sconosciuta
Il rapporto dell’Echa indica infine che nel 40% dei casi le infrazioni sono state riscontrate in prodotti la cui origine non è verificabile. Mentre nel 17% dei casi si tratta di articoli provenienti dalla Cina.