I benefici della tazzulella di caffè? Dipendono da polifenoli e chinoni

Un toccasana o quanto di più dannoso possa esistere al mondo per la salute dell’uomo? Sul caffè, gli studi scientifici disponibili giungono a risultati diversi, perennemente in bilico tra chi lo considera benefico per prevenire, ad esempio, il diabete e chi lo ritiene da eliminare nella dieta per le ripercussioni sulla funzionalità cardiaca. Ora uno studio condotto dall’Università di Hiroshima si cimenta in un’opera di mediazione, dando un colpo alla botte e una al cerchio. In sostanza, dice che entrambe le conclusioni sono valide. Benefici e svantaggi dipendono dal bilanciamento delle due sostanze maggiormente contenute nel caffè, i polifenoli e idrossidroquinone.

Lo scopo di questo studio era di valutare gli effetti acuti del caffè con un alto contenuto di acidi clorogenici e diversi contenuti di idrossi-idrochinone sulla disfunzione endoteliale postprandiale. L’obiettivo era dimostrare che bere caffè con un alto contenuto di acidi clorogenici e basso contenuto di idrossi- idrochinone ha un effetto benefico sulla disfunzione endoteliale postprandiale. Per questo, gli scienziati hanno studiato le reazioni di due gruppi di pazienti affetti da ipertensione: al primo gruppo è stato somministrato caffè con un alto contenuto di acidi clorogenici e basso contenuto di idrossi- idrochinone e all’altro un caffè con effetto placebo. Il miglioramento della disfunzione endoteliale postprandiale è stato notato solo nel primo gruppo di pazienti.