Al contrario di quanto accade in Italia, dove sembra vincere anche sui media la versione “riduzionista” nei confronti dello scandalo, delle uova al fipronil si continua a discutere molto in Europa. E i numeri che emergono – dove è consuetudine renderli pubblici in questi casi – non sono di certo tranquillizzanti.
Dove sono finite 17 milioni di uova tedesche?
Non lo sono, per esempio, quelli appena resi noti in Bassa Sassonia, considerata in Germania una delle zone a maggior produzione di uova. Ebbene anche in questa regione risulterebbero importate oltre 28 milioni di uova contaminate con il fipronil, il pesticida tossico che non dovrebbe essere utilizzato sugli animali.
Da quello che si apprende dalla stampa tedesca, gran parte delle uova sono state richiamate ma fa impressione leggere che quasi 17 milioni di queste uova sono state destinate fuori dalla Bassa Sassonia. Dove sono finite? Difficile dirlo, dato che dovrebbero essere gli Stati destinatari delle esportazioni a rendere pubblico il dato.
La relazione “dimenticata”
Intanto si scoprono altri particolari di una vicenda che ha messo in forte imbarazzo la gestione della sicurezza alimentare europea.
Già un anno fa il Consiglio Sanitario europeo aveva pubblicato una relazione sui pericoli del Fipronil. Nel giugno 2016 la relazione era stata inviata ai Ministri della sanità pubblica e dell’ambiente comunitari e alle Agenzie alimentari, secondo Le Soir.
“Sospettiamo che Fipronil interferisca con il sistema endocrino. Le fasi della gestazione e dell’infanzia sembrano essere stadi critici in caso di esposizione “, avevano scritto gli scienziati del Consiglio di Salute, raccomandando alle autorità pubbliche un “approccio preventivo” al rischio.
Raccomandazioni ignorate troppo a lungo.
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