Coop: “Stop all’olio di palma per il principio di precauzione”

“Il principio di precauzione? Per noi è irrinunciabile”. A un anno di distanza dall’avvio della sostituzione dell’olio di palma in molti suoi prodotti a marchio, la Coop ribadisce i motivi per cui 12 mesi fa ha detto addio al grasso tropicale. “Nessuna demonizzazione, ma una scelta ragionata che si colloca all’interno di una politica sulla corretta alimentazione” scrive l’insegna della grande distribuzione. Tra l’altro – ricorda Coop – la scelta di sostituire l’olio di palma con olii monosemi, olio d’oliva o burro  è scaturita dalle conclusioni contenute in un dossier Efsa secondo cui l’alta l’olio di palma contiene elevati livelli di 3-Mpcd e il suo consumo in dose elevati costituisce un fattore di rischio, soprattutto, per i bambini e gli adolescenti.

200 nuove ricette e un investimento milionario

Da maggio a novembre l’olio di palma è stato sostituito in oltre 200 prodotti a marchio con una spesa di oltre 10 milioni di euro. Il tutto – spiega il leader della grande distribuzione – in applicazione del principio di precauzione. In Europa, questo è un principio cautelativo che si attua in attesa che l’Autorità competente si esprima in maniera definitiva sulla sicurezza di una sostanza controversa.

Mettere in pratica questo principio ha comportato per Coop anche delle rinunce perché non è stato possibile riformulare qualche prodotto (come nel caso di alcuni gelati) utilizzando altri olii o grassi che garantissero analoghe caratteristiche organolettiche e di durata. Nessuna demonizzazione del palma, dunque, ma una scelta ragionata che si colloca all’interno di una politica sulla corretta alimentazione. Politica che Coop ha sempre suggerito, promuovendo la riduzione di tutte quelle sostanze, come i grassi, il sale e gli zuccheri che, se assunte in quantità elevate, possono causare problemi alla salute. Non fa differenza in questo l’olio di palma. Tra la vecchia e la nuova ricetta, nella maggior parte dei casi, la percentuale di grassi saturi è stata drasticamente ridotta, in altri casi pur non riducendo questa percentuale si sono ottenuti risultati migliorativi sulla riduzione di quegli specifici contaminanti che nell’olio di palma comunemente diffuso sul mercato sono mediamente più alti rispetto agli altri olii (dato Efsa).