“Aboliamo gli allevamenti dei visoni”: il video-denuncia di Essere Animali

Essere Animali ha documentato, per la terza volta in pochi anni, la presenza di visoni morti e feriti all’interno delle gabbie. Nel filmato, pubblicato oggi mentre a Milano si celebra la Settimana della Moda, Rosita Celentano invita a firmare la petizione lanciata dall’associazione per chiedere al governo di approvare in tempi brevi le proposte di legge che introdurrebbero, come già avvenuto in diversi paesi europei, il divieto di allevare e macellare animali allo scopo di produrre pellicce. (continua dopo il video)

In Italia l’unica specie allevata è il visone americano. Ve ne sono 200mila rinchiusi in circa 20 allevamenti, situati principalmente in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Essere Animali ha lanciato la campagna Visoni Liberi per ottenere un divieto nazionale di allevamento di animali da pelliccia. Le due precedenti indagini, realizzate grazie a un infiltrato e al posizionamento di diverse telecamere nascoste piazzate all’interno degli allevamenti, avevano già rivelato simili condizioni e mostrato anche il momento dell’uccisione dei visoni, gettati in camere a gas.

Nelle gabbie troppe sofferenze

Nelle gabbie, delle dimensioni di 70 X 35 cm, gli animali trascorrono mesi o anche anni, se destinati alla riproduzione. Già nel 2001 il Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere Animale della Commissione europea ammise che questa tipologia di allevamento causava sofferenza ai visoni, poiché li privava della possibilità di nuotare e soddisfare molte esigenze comportamentali. Diversi paesi europei, alcuni dei quali con una fiorente produzione di pellicce come l’Olanda, li hanno quindi vietati.

Tre proposte di legge in attesa di essere discusse

Le tre proposte di legge, firmate da politici di diversi schieramenti, sono infatti da anni in attesa di discussione alla commissione Agricoltura della Camera dei deputati e alla commissione Sanità del Senato. Già nel 2008 in realtà l’Italia aveva severamente normato il settore. Essendo le gabbie causa di comportamenti stereotipati, cannibalismo e autolesionismo per i visoni, il loro allevamento sarebbe dovuto avvenire in recinti a terra.
Un obbligo che, almeno sul lato pratico, sarebbe equivalso ad un divieto, essendo questa tipologia di allevamento difficilmente attuabile per il visone. Ma a pochi giorni dalla dismissione delle gabbie, il ministero dell’Ambiente emanò una nota che lasciava discrezionalità all’allevatore sulla tipologia da adottare. Rimasero le gabbie e da allora nulla è cambiato.

 

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