Mps, l’esperto: “Attenti, il peggio non è passato”

“Io non direi che il peggio è passato”. La notizia che il piano di salvataggio per il Monte dei Paschi (Mps) è stato approvato dalla Bce non basta a far cambiare idea a Vincenzo Imperatoreex manager bancario, autore di “Io so e ho le prove” e “Io vi accuso”, in cui racconta i trucchi adottati dalle banche a danno dei consumatori. L’esperto, parlando con il Test, alcune settimane fa, si era detto molto pessimista sul futuro della banca e aveva avvertito i correntisti. Ora, nonostante un quadro meno drammatico, continua a mettere sul chi va là i risparmiatori clienti di Mps, pur vedendo nella recente approvazione del salvataggio una opportunità soprattutto per i piccoli imprenditori.

Mps ha risolto i suoi problemi?
Siamo di fronte all’annuncio di un piano che il ministro dell’Economia Padoan ha preparato innanzi tutto facendo capire a Bruxelles che non ci sarebbe stato un aiuto pubblico, quindi contro la linea di Renzi che lo prospettava. Ma era più campagna elettorale in vista del referendum di ottobre.

Il risultato però è arrivato grazie al mercato. 
Il mercato deve mettere i soldi dentro per salvare Mps. Ma il bail in è sempre attivo. Questo piano non lo esclude, ma dice “piuttosto che andare ad azzerare il valore delle obbligazioni subordinate noi ci mettiamo dentro soldi del mercato, di investori istituzionali, fondi di previdenza. E li si apre un’altra battaglia, perché gli ordini dei commercialisti e degli ingegneri già si sono opposti. Il mercato significa è anche un aumento di capitale e vediamo chi lo sottoscrive. Io sono scettico: il mercato crede ancora in una banca che è prarticamente fallita, la peggiore in assoluto negli stress test della Bce usciti venerdì scorso?

Sembra di sì a giudicare dalla disponibilità di Jp Morgan a partecipare al salvataggio.
Hanno ricevuto delle manifestazioni di interesse, in cambio di richiesta di garanzie, tra cui l’aumento di capitale dovuto alla svalutazione delle sofferenze. Non è detto che il mps riesca a trovare tutti questi soldi. Tu le compreresti le azioni di Mps in questo momento? Jp Morgan s’impegna a partecipare sempre che ci sia svalutazione delle sofferenze, che possa mettere mano al management… una cura fortissima.

Cosa si intende per svalutazione delle sofferenze?
Faccio un esempio: Io, Mps, ho prestato a te 100mila euro. Tu, in buona fede, non riesci a restituirmeli. Io devo chiederti in quanto tempo me li puoi restituire, vado a controllare  le garanzie che mi hai dato, e poi fare una previsione di perdita. Quello che ritengo di riuscire a recuperare finisce in bilancio. Attualmente i crediti a bilancio nel Mps sono valutati al 33%.

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Significa che il Monte conta di recuperare il 33% dei crediti erogati.
Esatto, ma gli analisti finanziari dicono: “No, è un’altra bugia, tu non riesci a portarne tanti. Riesci a recuperarne, si stima, il 17-20%”, e chiedono a Mps di abbassare la stima. Ma se io svaluto ancora di più , devo mettere a bilancio più perdite e devo capitalizzare. Si stima un ulteriore aumento di capitale di 5 miliardi di euro. Ma attenzione: per il piccolo imprenditore italiano questa è una grandissima opportunità…

Perché?
Ci sono imprenditori che non riescono a restituire neanche quel 33% del debito ipotizzato dal Mps, e che pur di restituire i soldi alle banche, dietro minacce e pressioni, pagano la rata e non vanno a comprarsi la fornitura che serve per vendere.

Istaurando così un circolo vizioso.
Se invece questi crediti sono effettivamente svalutati al 17-20%, l’imprenditore in buona fede, se ben assistito può andare a negoziare la restituzione di quei soldi che aveva prestato, dicendo: io ti posso pagare il 17-20%.

Qualcuno potrebbe dire che così è troppo facile.
Ci si nasconde dietro il falso moralismo di chi ne vuole approfittare. Ma le centinaia di migliaia di piccoli imprenditori, costretti con il cappio alla gola a doversi sforzare per restituire parte di quei soldi che non potrebbero mai restituire, così tirerebbero fuori un’opportunità anche per il mercato, perché l’azienda libera risorse per poter crescere, far investimenti. Mi pulisco dalle banche dati dei cattivi creditori, e riparto.

Perché la soluzione per il Mps viene messa sul piatto ora e non prima?
La politica italiana, le istituzioni, finora non hanno fatto che comprare tempo. Questa era una solizione che poteva essere adottata due anni fa, e nel frattempo i risparmiatori hanno perso il valore dei propri risparmi, c’è stata la svalutazione delle azioni, le obbligazioni subordinate si sono dimezzate del loro valore.

Perché questo ritardo allora?
Per un semplice motivo, perché si aspetta che crolli Deutsche bank in Germania, perché in quel momento si aprirebbe una par condicio politica e istituzionale per cui anche la Germania e di conseguenza Bruxelles, dove la Germania la fa da padrona, potrebbe decidere un intervento statale e quindi anche l’italia lo chiederebbe per Mps.

Ma la banca tedesca ha passato lo stress test.
La situazione di Deutsche bank è altrettanto critica, è leggermente sopra la soglia ma è messa molto male. Insomma, l’Italia ha puntato su mal comune mezzo gaudio.

Che tempi ha Mps per mettersi in carreggiata?
Non sono stati dati tempi certi, ma credo che per i primi di settembre debbano farlo, il mercato reagisce subito.

Ritiene che Unicredit sia ancora in pericolo?
Unicredit continua a non brillare. Anche se si sta muovendo, e un bel segnale del management c’è stato. Ma anche lì mi sembra il grande gioco dell’oca dei banchieri riciclati. Mustier (l’attuale A.d.) ha fatto fuori tutti i responsabili dell’inefficienza di unicredit negli ultimi dieci-undici anni, e ce li stiamo ritrovando tutti nelle quattro banche piccole fallite (Etruria, Marche, CariFerrara e Carichieti, ndr).

Infine, direbbe a un correntista Mps “Il peggio è passato”?
Aspetterei. Direi che oggi il quadro sembra prospetticamente un po’ più positivo rispetto a ieri, ma fossi un correntista Mps continuerei a mantenere la soglia dei risparmi sotto i 100mila euro (per evitare il bail in, ndr), andrei a vendere le obbligazioni subordinate anche a 0,60 centesimi. Non venderei le azioni a 0,10 perché non piglio comunque nulla, e aspetterei l’autunno per decidere se riportare la mia disponibilità sopra le 100mila euro.

Dunque, vendere le obbligazioni subordinate.
Non credo che crescano di valore, quindi mi porterei a casa la perdita ma non rischierei l’azzeramento del valore come è avvenuto per i risparmiaroti di Etruria.