“I prodotti di pasta secca Delverde non sono alimenti specificamente destinati ai lattanti e ai bambini, quindi, non rientrano nel requisito del massimale di 200 ppb/kg di Don”.
Nella risposta di Luca Ruffini, amministratore delegato di Delverde Industrie alimentari Spa (e in quella, identica, di molti dei produttori di pasta che abbiamo interpellato in occasione del test che domani troverete in edicola) c’è, come si direbbe in linguaggio giornalistico, la notizia. O almeno una delle notizie che emergono nel nostro lungo lavoro di laboratorio che ha voluto analizzare 15 famosi marchi di spaghetti.
La pasta per adulti
Cosa significa che gli spaghetti, di Delverde come di molti altri, non sono specificatamente destinati all’infanzia? Semplice: come sottolinea bene il dottor Ruffini che questi prodotti non debbono rispettare i limiti di legge per le tossine della famiglia deossinivalenolo previsti per i bambini. Al contrario, possono limitarsi a stare sotto i 750 ppb/kg quasi quattro volte il limite fissato per la prima infanzia.
Questo dice la legge e questo fanno giustamente le aziende.
Genitori al buio
Ma – e qui sta la notizia utile ai nostri lettori e alle nostre lettrici – quanti sanno che gli spaghetti che hanno acquistato e stanno cucinando sono prodotti che potrebbero essere vietati nei piatti dei loro figli? Esatto, avete capito bene, ben 5 delle 15 confezioni di spaghetti che abbiamo testato, sarebbero fuorilegge se nella confezione fossero indicate per bambini da 0 a tre anni.
Giustamente, fanno notare le aziende, nessuno in etichetta fa riferimento all’alimentazione della prima infanzia. E così sta a mamma e papà considerare che se volessero in fase di svezzamento e fino ai tre anni di età servirli ai propri figli rischierebbero.
I pericoli
Cosa? Giriamo ad Alberto Ritieni, docente di Chimica degli alimenti all’Università Federico II di Napoli, la valutazione dei pericoli. “Questo tipo di micotossine, che si accompagna ai cereali – ci spiega il professore – può creare una serie di problemi al sistema immunitario e respiratorio. Ovvio che dipende dall’accumulo: piccole quantità di micotossine sono sopportabili anche sotto i 3 anni. Ma bisogna tenere presente che i bambini, a questa età, sono di corporatura esile e hanno lo svantaggio che il loro metabolismo è ancora immaturo”.
E dopo i tre anni? Per il Regolamento europeo a tre anni e un giorno i bambini diventano a tutti gli effetti adulti e possono sopportare la stessa dose di tossine che ingerirebbe un uomo di 40 anni e di 80 chili di peso. Un’assurdità, ma tant’è. A noi non resta che optare per chi riesce a contenere le micotossine a livelli accettabili per chiunque, adulto o bambino che sia. E come vedrete dal nostro test non sono pochi: 10 produttori su 15.