Provato per voi: Pulcina, l’espresso perfetto ma non per tutti

Mettiamo insieme Alessi, Illy e Michele De Lucchi. Pensiamo a una nuova caffettiera espresso… il risultato non può che essere un oggetto tendente alla perfezione. Questo genere di prodotto è nato in famiglia Alessi (con la famosa Moka Express, inventata da Alfonso Bialetti, nonno materno di Alberto Alessi); Illy non ha bisogno di commenti, e De Lucchi, per chi avesse la mente lontana dal design, è uno dei maggiori progettisti del panorama internazionale. Ebbene questo trio di competenze è stato messo in gioco per creare la sinfonia di una caffettiera innovativa e, con questo obiettivo, soprattutto presso i laboratori di ricerca e sviluppo di Illy, il processo di preparazione del caffè è stato studiato in modo maniacale, come mai prima.

Questi studi hanno portato al concepimento di un oggetto nuovo – non un’invenzione, giacché si tratta di una sua rivisitazione – ricco però di elementi innovativi, primo tra tutti il suo disegno, che farà di Pulcina, questo il nome attribuitogli dal noto architetto, un “conversation piece” dei salotti di tutto il mondo (ma non di tutti… a giudicare dal prezzo).

valutazioni

Forma sinuosa

Pulcina si presenta con una forma sinuosa, tondeggiante nella caldaietta e nel contenitore, statica nella piastra circolare della base (indispensabile ai fini della stabilità…), con gli aggetti del “becco” versatore e del manico, quest’ultimo a forma di bastoncino, identica la geometria della presa del coperchio, ma soprattutto caratterizzata da un’architettonica gradinatura circolare (ahimè… così impegnativa da pulire e, da un punto di vista “termodinamico”, apparentemente non ideale, per effetto dello spessore non uniforme che può essere causa di dilatazioni e flussi di calore eterogenei, ma la cosa certamente è stata valutata con attenzione).

Eppure, a detta del suo progettista “vale per la forma che ha dentro”, e in effetti diversi sono i dettagli, in questo caso tecnici, che la contraddistinguono. La geometria interna, specialmente quella della caldaietta sferoidale, permette un’estrazione controllata, tale da anticipare l’infusione tramite la pressurizzazione della cavità, e ridurre contemporaneamente il cosiddetto “effetto stromboliano”, tipico di molte caffettiere espresso; una guarnizione in silicone trasparente garantisce la tenuta; il beccuccio tagliente permette un ideale distacco della “vena fluida” durante il versamento, evitando l’effetto goccia; un’aletta interna al coperchio fa ricadere il condensato nel contenitore, o nello stesso, impedendo di bagnare il manico.

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L’alluminio al posto dell’Inox

Tuttavia questa caffettiera può apparire come un oggetto tanto bello quanto delicato, tanto efficiente quanto bisognoso di attenzione, anche dal punto di vista del produttore, per alcuni aspetti. L’alluminio, che, a differenza dell’acciaio inossidabile, conferisce al caffè un gusto definibile, dagli esperti di organolettica, come “tondo” e “corposo”, grazie alla stratificazione degli estratti su di esso, oltreché essere un ottimo conduttore di calore, è un metallo soggetto a deterioramento, specialmente a causa dell’ossidazione, necessitante dunque di un’attenta cura. Il materiale termoplastico del manico può essere fuso dalla fiamma, nel caso ovviamente si eccedesse con la regolazione di essa, ma sia la forma dell’impugnatura che la sua posizione, e, non di meno, il fatto che si tratti di una parte normalmente sostituibile, garantiscono lunga vita al prodotto. Questo oggetto è dunque implicitamente ecologico (la durata della vita di un prodotto impedisce la sua riproduzione…); esso è addirittura trasferibile da una generazione all’altra, così come lo sono state altre caffettiere che hanno accompagnato la nostra vita; la sua preziosità avvantaggia ulteriormente questo fenomeno. Sfortunatamente il bel packaging, pur essendo di cartone, quindi agevolmente riciclabile, non è invece facilmente riutilizzabile e determina la produzione di un immediato rifiuto.

alessi interna - provato per voiIstruzioni esaustive

Il caffè espresso, soprattutto quello domestico, è – lo sappiamo bene – cosa da italiani, ma un prodotto Alessi è una questione internazionale sicché, insieme a un piacevolissimo pieghevole incentrato sul tema “caffettiera espresso”, il produttore ha accluso un esaustivo libretto istruzioni – ovviamente tradotto nelle più importanti lingue – il cui fine ultimo è il trasferimento del rito italiano della preparazione del caffè alle altre culture. Livello dell’acqua nella caldaietta, riempimento del filtro a imbuto, regolazione della fiamma, mescolamento e versamento vengono dettagliatamente descritti, avvalendosi anche di una rappresentazione grafica molto efficacie. Purtroppo non una parola viene spesa sullo smaltimento, eccezion fatta per i codici di riciclaggio (all’interno della confezione vi sono anche un sacchetto di plastica e altre parti in cartone, queste ultime ridondanti); visto il prodotto altisonante, ambasciatore del paese nel mondo, una maggiore attenzione sarebbe stata gradita. Pulcina viene venduta scalata nelle versioni una, tre, sei tazze, con elementi in poliammide rossa oppure nera.