Malattia: come, a chi e quando inviare il certificato medico

CERTIFICATO MEDICO MALATTIA

Quando un lavoratore si ammala deve compiere una serie di passi, tra cui l’invio del certificato medico, obbligatorio per legge

La tempestività è il primo elemento da tenere presente in caso di malattia. Ammalarsi per un lavoratore equivale ad assentarsi, per questo motivo, comunicare precocemente la propria condizione invalidante nel recarsi sul posto di lavoro per svolgere le mansioni assegnate quotidianamente è fondamentale.

Ma come fare? Per prima cosa dovrete fornire il cosiddetto certificato medico o di malattia. Attenzione però a farlo secondo quanto previsto dal contratto collettivo sottoscritto dalla vostra azienda, secondo le direttive interne.

Sotto questo aspetto è bene ricordare che qualche anno fa non si trattava di un passaggio così semplice, soprattutto se il lavoratore ammalato si trovava in una condizione di impossibilità a spostarsi per produrre il documento (pensiamo ad esempio a una persona appena trasferitasi, senza appoggio, nè amicizie o conoscenze disponibili a consegnare il certificato).

Un impedimento completamente superato grazie all’introduzione della comunicazione telematica tramite rilascio e invio del PUC, ossia del numero di protocollo univoco relativo al certificato medico. Avete capito bene, il PUC consente di superare l’onere della presentazione fisica del documento, consentendo a chiunque e soprattutto in qualunque condizione di essere in regola con l’invio tempestivo del certificato medico.

Certificato medico e datore di lavoro, i passi da fare

Non vi siete presentati sul posto di lavoro causa malattia, ma avete tempestivamente prodotto il certificato medico. A questo punto, cosa deve fare il datore di lavoro?

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Per rispondere a questa domanda, torniamo al nostro PUC, il numero di protocollo univoco del certificato, un dato indispensabile sia per il lavoratore che per il datore di lavoro, che dovrà utilizzarlo per scaricare il certificato medico dalla sezione del sito dell’Inps dedicata.

La prima a ricevere il certificato da parte del medico curante che ha in carico il lavoratore è proprio quest’ultima, l’Inps appunto, che lo riceve per via telematica. A questo punto, la macchina della burocrazia si è attivata, così come la conseguente valutazione dell’indennità.

Il datore di lavoro potrà, in ogni momento, verificare la condizione della malattia, ma con delle limitazioni imprescindibili: non potrà conoscere la diagnosi fatta al lavoratore, ma solo ed esclusivamente i giorni di cura assegnati.

I doveri del lavoratore in caso di malattia

I giorni di assenza non sono l’unico dato che il lavoratore sarà tenuto a comunicare al datore di lavoro. Immaginiamo una condizione di salute che richiede l’impossibilità a stare da soli o addirittura la necessità di cambiare abitazione per questioni strutturali o logistiche.

In tutti e due i casi, qualora si ravvisi la necessità di spostarsi presso un diverso domicilio durante la durata della malattia, sarà necessario comunicarlo al datore di lavoro e all’Inps più precisamente nella sezione intitolata “Sportello al cittadino per le visite mediche di controllo”.

Certificato medico, quando il cartaceo resta l’unica soluzione

Un guasto alla linea, un’impossibilità tecnica, un semplice imprevisto: cosa fare quando non è possibile provvedere all’invio telematico del certificato medico da parte del lavoratore o del medico stesso?

In questo caso si fa riferimento al valore legale della buon vecchia raccomandata, con invio del certificato medico cartaceo, eventualmente correlato di documento d’identità e codice fiscale.