Pesticidi e micotossine nel succo di pera: la ricerca italiana

Studiare le micotossine e i pesticidi in 21 campioni di succo di pera provenienti dai mercati italiani. Questo l’obiettivo del professor Alberto Ritieni, docente di chimica degli alimenti alla facoltà di Farmacia della Federico II di Napoli (e autore di libri e rubriche per il Salvagente) e di un pool di ricercatori provenienti dalla stessa facoltà di Napoli e dall’Università di Valencia.

I risultati, appena pubblicati su Foods, una delle riviste scientifiche edite da Mdpi, sono di quelli su cui riflettere. Nella ricerca sono state rilevate fino a 9 diverse micotossine, in particolare un’estesa presenza di zearalenone, le enniatine B, B1, A e A1, micotossine emergenti di Fusarium. Inoltre, 77 residui di pesticidi sono stati identificati attraverso un’analisi retrospettiva basata su una biblioteca spettrale di massa. Va evidenziata, scrivono gli autori, la presenza di alcuni pesticidi non approvati, come l’etossichina e il triazofos. I risultati ottenuti indicano un’estesa contaminazione del succo di pera commercializzato con composti indesiderati e dovrebbero essere presi in considerazione quando si eseguono studi di valutazione del rischio, conclude il pool di ricercatori.

Il consumo emergente di succhi di pera

I succhi di frutta sono diventati un’alternativa allettante alla frutta fresca, raccomandati come una buona fonte di vitamina C per i bambini e sono stati introdotti come parte della colazione nelle diete convenzionali. Secondo l’European Fruit Juice Association (AIJN), il consumo di succo era di 9,2 miliardi di litri nel 2017, con il succo di pera uno dei sapori più consumati in diversi paesi, come l’Italia. L’assunzione frequente di succo di pera richiede però severi controlli di qualità, soprattutto quando i bambini diventano un gruppo target importante, al fine di garantire un consumo sicuro.

Numerosi composti nocivi, originariamente presenti nelle pere, possono anche essere presenti nel succo di pera commercializzato. Tra tutti i diversi contaminanti nelle pere, le micotossine e i residui di pesticidi sono alcuni dei più impattanti.

Le micotossine nei succhi

Le micotossine sono metaboliti secondari fungini che possono mostrare diversi effetti avversi, come immunosoppressione, cancerogenicità o nefrotossicità, tra gli altri. Nelle pere, i generi più importanti per la produzione di micotossine sono Alternaria, Aspergillus e Penicillium, quindi i metodi analitici si sono concentrati sulla rilevazione delle loro rispettive micotossine. La patulina (PAT), prodotta da Aspergillus e Penicillium spp., è la micotossina più studiata nel succo di pera. Diversi effetti sono stati attribuiti alla ptulina, tra cui epatotossicità o neurotossicità, tra gli altri. Inoltre, citrinina (CIT) e ocratossina A (OTA), prodotte da Aspergillus e Penicillium spp. anche, e anche le micotossine di Alternaria, come l’alternariolo (AOH) e l’alternariolo monometil etere (AME), sono state studiate in questa matrice. Oltre a questi generi, Fusarium è stato anche classificato come un altro fungo patogeno nella pera, quindi la sua presenza è stata recentemente segnalata per la prima volta, causando il decadimento post-raccolta.

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I pesticidi dalla pera al succo

I residui di pesticidi, invece, comprendono una vasta gamma di composti tossici ampiamente utilizzati per prevenire le colture dagli organismi nocivi. Tuttavia, un’applicazione di routine può portare all’accumulo di residui nelle piante destinate al consumo umano, causando gravi effetti avversi, quali neurotossicità, cancerogenicità e disturbi riproduttivi e dello sviluppo. Nella pera, questi prodotti vengono utilizzati principalmente per evitare le malattie postharvest (ossia post raccolta) causate da funghi e per questo vengono comunemente usati pesticidi del gruppo benzimidazolo. Allo stesso modo, i piretroidi rappresentano un altro gruppo di pesticidi regolarmente applicati a causa della loro capacità insetticida.

I limiti europei

In termini di regolamentazione, la Commissione europea ha stabilito limiti massimi di residui (LMR) per il succo di pera o di pera. I residui di antiparassitari sono introdotti ai sensi del regolamento (CE) n. 396/2005, ma non sono stati fissati LMR (limiti massimi di residui) specifici per il succo di pera, pertanto vengono applicati quelli corrispondenti alle pere. Con riferimento alle micotossine, il regolamento (CE) n. 1881/2006 riguarda la contaminazione nel succo di pera, fissando un LMR a 50 ng / mL per la patulina.

Più sicurezze per i bambini

Dalle analisi realizzate, gli autori sottolineano che l’esposizione alle micotossine di Fusarium a seguito del consumo di succo potrebbe non rappresentare un problema per la salute, ma l’assunzione di micotossine da parte dei bambini a causa del consumo regolare potrebbe essere importante. Pertanto, suggeriscono di avere un atteggiamento vigile al fine di garantire un consumo sicuro.

Considerando che si sono verificati residui di pesticidi in tutti i campioni, i campioni di succo biologico hanno mostrato residui significativamente inferiori (p <0,05) rispetto ai campioni convenzionali, come previsto. La presenza di pesticidi non approvati nei campioni analizzati indica la necessità di monitorare potenziali contaminanti di pere e prodotti derivati ​​dalla pera, conclude l’équipe di scienziati.