Uno scandalo in piena regola, che al momento sta agitando Austria e Germania ma è probabilmente destinato a espandersi. Da quello che si apprende dalla stampa tedesca il caso è nato da una fabbrica della “Pro Ovo” di Biberbach, in Austria, che avrebbe trasformato e venduto uova marce su larga scala. Il caso è emerso da un reportage congiunto dell’Oberösterreichische Nachrichten (OÖN) e della Süddeutsche Zeitung (SZ) e ha coinvolto pesantemente la grande azienda “Pro Ovo” della Bassa Austria.
L’azienda lavora ogni giorno fino a 1,5 milioni di uova provenienti da tutta Europa e vende anche in Italia. Il sito parla di “igiene senza compromessi” e di “standard di prodotto che superano di gran lunga il codice degli alimenti” – se ÖNN e SZ hanno ragione nella loro ricostruzione, assicurazioni ben lontane dalla verità.
I giornali citano un addetto ai lavori anonimo che riferisce di condizioni disgustose nella produzione: si parla di uova infestate da larve, cibo ammuffito e una puzza bestiale, con uova marce immagazzinate per mesi prima della loro trasformazione. La SZ ha mostrato una foto con uova guaste.
Secondo il reportage le uova fresche e avariate della “Pro Ovo” sono state pastorizzate congiuntamente, trasformate in prodotti liquidi e quindi consegnate. L’inchiesta ha raccolto testimonianze che dimostrerebbero come anche escrementi di pollo siano regolarmente entrati nei prodotti. Gli ovoprodotti sarebbero finiti in panetterie, gelaterie e ristoranti in Europa, che li utilizzavano per preparare uova strapazzate, gelati al latte, pasta o prodotti da forno. Tuttavia, il rischio di avvelenamento da salmonella dovrebbe essere scongiurato dalla pastorizzazione.
I pubblici ministeri tedeschi e austriaci hanno avviato le indagini e la società austriaca non ha ancora risposto alle accuse.