Ignorare le conseguenze del cambiamento climatico può costare caro, anche la vita. È quanto emerge dai dati del Climate risk index di Germanwatch, secondo cui negli ultimi vent’anni, dal 1999 al 2018, l’Italia è al sesto posto nel mondo per numero di vittime causate dagli eventi meteorologici estremi, e diciottesima per numero di perdite economiche pro capite. Il paragone tra i dati relativi alle vittime e quelli sugli eventi estremi in generali, secondo cui l’Italia è il 26esimo paese più colpito, fanno riflettere sull’inadeguatezza delle misure del nostro paese per mettere in sicurezza il territorio. L’unica buona notizia è che relativamente al solo 2018, invece, si piazza al 21esimo posto.
Cop 25: 2019 forse il secondo anno più caldo della storia
I Dati del Climax risk index arrivano nei giorni del Cop25, il summit mondiale sul cambiamento climatico dell’Onu, a Madrid, in cui è stato ribadito anche che nel 2019 è stato finora uno degli anni più caldi della storia e potrebbe ottenere il poco invidiabile traguardo di essere il secondo posto nella classifica dei record di caldo da quando si fanno le rilevazioni. Sin dal 2015 ogni hanno ha segnato un nuovo record in questo senso. Da gennaio a ottobre le temperature si sono mantenute 1,1 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali e se questo trend continuerà fino al 31 dicembre il 2019 potrebbe essere il secondo anno più caldo della storia.
Il papa: “Sul clima risposta ancora troppo bassa”
Intanto il papa è intervenuto al Coop25 ribadendo che rispetto al cambiamento climatico: “La crescente consapevolezza è ancora troppo debole, incapace di rispondere adeguatamente al forte senso di urgenza di mettere in campo rapide azioni richieste dai dati scientifici a nostra disposizione”.