La salute del pianeta Terra e il nostro immediato futuro dipende da numerosi fattori di cui alcuni sono sotto il controllo dell’uomo. Fra quest’ultimi l’alimentazione riveste una primaria importanza per utilizzare le risorse naturali in maniera sostenibile e per assicurare nel tempo la sostenibilità dei consumi e delle produzioni agroalimentari. E la carne è spesso al centro di accuse fondate sulla sua scarsa sostenibilità. L’alternativa? Diventare vegani. A quali costi?
Non conosco bene la dieta vegana, ma mi sembra povera di nutrienti e anche molto costosa da seguire
FALSO I prodotti già pronti che rispondono ai requisiti di “vegano” sono venduti, specie nella grande distribuzione, ancora a prezzi maggiori rispetto a quelli convenzionali. Se consideriamo la base della dieta vegana ovvero vegetali, pasta, legumi etc. i costi sono molto inferiori ai prodotti carnei, insaccati etc. Inoltre, la legge economica offerta/domanda in questo momento storico ancora non permette ai prodotti vegani di essere completamente competitivi con i prodotti convenzionali. Le soluzioni possono essere per superare questa criticità, di imparare a cucinare e prepararsi da soli prodotti “vegani” o in alternativa di unirsi ad altre persone e creare un gruppo di acquisto per accedere a costi inferiori. Per gli aspetti genericamente definiti come “nutrizionali”, essere vegani consente di avere tutto ciò che ci occorre dal punto di vista della nostra salute e permetterebbe di ritornare a fare una spesa cosciente, consapevole. Oggi andare nel supermercato equivale per molti a un giro nel paese dei balocchi di Lucignolo, gli acquisti sono effettuati “con la pancia” e usando poco il cervello, per cui il carrello della spesa è pieno di “spreco alimentare” pagato anche a prezzi elevati. Una dieta vegana richiede un’attenzione maggiore negli acquisti e fornendo nutrienti e micronutrienti sufficienti per essere in salute, non si può considerare una dieta estrema. Al contrario di ciò che accade in chi sceglie di escludere, ad esempio, del tutto i grassi dai pasti, la dieta vegana non è una dieta squilibrata ma aggiunge forti motivazioni etiche oppure ambientali che si sommano a quelle salutistiche e nutrizionali che sono sempre alla base di una alimentazione equilibrata.
Una dieta vegana mi obbliga a integrare per sempre vitamine e altri componenti
VERO/FALSO Chi sceglie questo tipo di schema nutrizionale può ricavare dagli alimenti tutto ciò che gli occorre. Si può semplicisticamente pensare che i vegetali sono la base alimentare degli erbivori che sono frequenti sulla tavola di chi non è vegano sotto forma di bistecche, uova, latte etc. In altre parole si tratta di scendere nella piramide alimentare di un gradino, per le vitamine sappiamo bene che sono presenti in grandi quantità nei vegetali o nei legumi o anche nella frutta secca. Per la vitamina B12 dobbiamo ricorrere a un “trucco” ovvero integrare con opportuni preparati per ovviare alla mancanza di una vitamina che ci è indispensabile e non avere sintomi da carenza. I ruminanti per raggiungere lo stesso scopo, ad esempio, sfruttano la loro flora intestinale, il loro rumine o in taluni casi anche integratori zootecnici. All’uomo – che non ha le stesse caratteristiche intestinali degli erbivori – resta solo l’uso degli integratori.
Essere vegano mi permetterà di essere sempre sano e in buona salute e di compensare anche qualche “errore” alimentare
FALSO Adottare la dieta vegana è di aiuto a uno stile di vita sano, come lo sono altri comportamenti come ad esempio fare attività sportiva, mangiare in modo equilibrato etc., ma associare la sola eliminazione dei prodotti animali con una vita lunga e sempre in salute è ingannevole. Una dieta vegana non assicura che non ci si ammali di diabete, di patologie cardiovascolari etc. Di certo diventare vegani non permette di recuperare anni di errori e di sbagli alimentari fatti nel corso della vita. I controlli medici, le necessarie attenzioni da dare al sale e alla pressione sanguigna, ai livelli di zuccheri semplici e alla glicemia, non possono essere cancellati dall’adozione di una dieta vegana anche se adottata e seguita consapevolmente. In altre parole, essere vegani non equivale ad avere ricevuto una “indulgenza alimentare” per cui si è derogati dal seguire un comportamento a tavola equilibrato e consapevole che va inserito in uno stile di vita salutare comprendente attività sportiva, convivialità con tutti, riduzione dello stress, abolizione del fumo etc. Chi adotta una dieta vegana è esposto comunque a rischi alimentari dovuti al consumo di junk food come le patatine fritte, le bibite superzuccherate, gli additivi inutili, i prodotti iperprocessati e a quanto presente di sbagliato in una dieta convenzionale.
Ho provato dei prodotti vegani e non mi piacciono perché sono di sapore strano
FALSO Chi adotta uno stile alimentare vegano aggiunge delle motivazioni etiche molto profonde che rendono possibile superare la prima fase di adattamento. Il gusto è molto personale, chi ama la sapidità non comprende chi ama mangiare sciapo, e la nostra cultura gastronomica ha radicato sapori e aromi che oramai fanno parte del nostro quotidiano. Un pasto vegano a un primo assaggio crea delle difficoltà a chi lo testa, del resto provate a mangiare dei rettili o ad esempio degli insetti. Questo accade perché l’uomo di fronte all’innovazione sensoriale ha spesso un atteggiamento di paura metacognitiva. È nuovo, potremmo essere in pericolo, ci diciamo da sempre, basta pensare ai nostri avi cavernicoli e a cosa dovevano pensare mangiando prodotti della natura per loro sconosciuti al momento. Questo comportamento spesso lo adottiamo all’estero dove vorremmo ritrovare i nostri sapori pur di evitare i piatti del luogo, ma una volta assaggiati ne torniamo entusiasti e prepariamo impegnative cene messicane o giapponesi ai nostri ospiti. Occorre abituarci a nuovi gusti, o meglio ancora abituarci a non paragonare cose diverse: come a scuola non si sommano patate e carote, così a tavola non andrebbero confrontati prodotti vegani con prodotti convenzionali. Mangiare è un momento da condividere e nello stesso tempo egoisticamente da godere per se stessi. Passare a uno stile alimentare vegano richiede che, alle motivazioni etiche, si aggiungano il tempo e la pazienza per ritrovare altri modelli sensoriali e accettarli perché mangiare deve fare bene ma anche dare piacere a tutti i sensi coinvolti. Tornare a usare legumi, verdure, cereali vari, ma anche funghi o frutta anziché tanti prodotti di origine animale ci riporta a un tempo lontano che non sempre coincide con l’attuale abitudine sensoriale. Un vantaggio che oggi aiuta a cambiare lo stile alimentare, è la ricerca e lo sviluppo dove le differenze sensoriali, intese come sapori, aspetto, palatabilità, colori, etc. si sono ridotte e, comunque la sicurezza dei prodotti è di fatto equivalente a quelli di origine animale.
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I bambini possono essere vegani perché per loro è possibile avere tutti i vari micronutrienti
VERO In questo caso è necessario anzi indispensabile richiedere il supporto di pediatri e di esperti nutrizionisti che devono valutare la possibilità per un piccolo di essere avviato a un percorso vegano ricordandoci che ognuno rappresenta un proprio unicum biologico ovvero non tutti siamo uguali anche nei confronti degli stili alimentari. Di certo la vitamina B12, o cobalamina si solubilizza bene in acqua e resiste alla cottura ma non può accumularsi nel nostro organismo per cui va regolarmente assunta con l’alimentazione. Questa vitamina è essenziale per produrre i globuli rossi inoltre è utile nel metabolismo degli amminoacidi, del DNA e infine serve per la sintesi degli acidi grassi. In altre parole non possiamo farne a meno da adulti, tantomeno da piccoli; è possibile però integrare il suo apporto ed evitare che si vada in carenza. Occorre ricordare che la scelta di una dieta vegana è soprattutto una scelta consapevole che ha la stessa dignità degli altri stili alimentari e che si basa su motivazioni molto forti dal punto di vista etico che si creano con esperienza e tempo.