Stesso esame, analogo risultato: 13 oli su 26 alla prova del panel test sono stati declassati da extravergini a semplici vergini dal mensile tedesco dei consumatori Stiftung Warentest. Un olio su due, proprio come i risultati delle prove sensoriali condotte dall’Agenzia delle Dogane per il Test-Salvagente, è stato bocciato alla prova d’assaggio, un’analisi – ricordiamo – obbligatoria in tutta Europa per etichettare come extravergine un olio. Naturalmente diversi sono stati i marchi analizzati rispetto alla nostra selezione perchè differente è il mercato tra la Germania e l’Italia. Tuttavia l’unico prodotto in comune, il Monini Granfruttato, riceve da Stiftung Warentest la medesima positiva valutazione che aveva ottenuto dal nostro test.
Olio rancido
A salire sul podio più alto è stato l’O-Med Picual, un olio spagnolo che costa ben 40 euro al litro. A seguire Hacienda Iber Arbequina (16 euro al litro), Monini Gran Fruttato (14,20 euro al litro), il bio-olio Rapunzel Creta Chania Kritis (18 euro al litro) e Piccardo & Sayore 100 per cento Italiano (20 euro al litro). Buon piazzamento anche per un altro italiano un Dop Terra di Bari Castel del Monte confezionato per il gruppo Edeka. Il campione sottoposto ad analisi (chimica e sensoriale) è stato formato da oli provenienti dalla Spagna, Italia, Grecia e Portogallo.
A far discutere è la metà del campione ovvero i 13 oli bocciati per la presenza di difetti di stantio, muffa e rancido e per questo declassati a semplici “vergini”. Ricordiamo che per essere etichettato come extravergine un olio, oltre a rispettare una serie di parametri chimici come ad esempio l’acidità inferiore a 0,8%, non deve riportare difetti organolettici alla prova d’assaggio.
Sei italiani bocciati
Così non è stato ad esempio per Alnatura, Carbonell, Herdade Paco do Conde Portogallo, l’Estornell Arbequina, Livio, Mani Bläuel Kalmata e Redoro. Quest’ultimo, assieme all’Alnatura, riporta il sito ildeutschitalia.com, “ha inoltre inanellato il certo non invidiabile primato di essere attaccato dalla mosca dell’oliva Bactrocera oleae che “dona” all’olio un gusto di marcio”.
La lista degli italiani a non superare le prove del test tedesco, e valutati con un giudizio complessivo Scarso è il seguente: Alnatura Dop Dauno Gargano, Antico Frantoio della Fattoria Olio 100% italiano, Piccardo & Sayorè Riviera Ligure Dop Riviera Ligure, PrimOli Igp Toscano, Redoro biologico 100% Italiano.
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Nessun dubbio sul panel test
La bocciatura tedesca è solo l’ultima in ordine di tempo. È stato il Test-Salvagente ha sollevare il velo del falso extravergine con il test del maggio 2015, con i risvolti giudiziari seguiti all’inchiesta del procuratore di Torino Raffaele Guariniello, dopodiché sono arrivate le conferme dai test condotti in Francia da 60 millions de consommateurs e dal rivale Que Choisir, dove sempre alla prova organolettica sono stati declassati diversi campioni. Quindi, ad eccezione dei risultati ottenuti da Altroconsumo che sorprendentemente non ha riscontrato criticità – caso più unico che raro dopo l’annata orribile dell’olio -, tutti i test condotti in Europa da giornali dei consumatori hanno certificato il rischio qualità dell’extravergine ma anche la centralità della prova organolettica, il panel test contro il quale tutta l’industria oleolicola, dai big spagnoli agli imbottigliatori di casa nostra, vogliono abolire. Un esame fondamentale invece che serve a mettere al riparo le tasche dei consumatori da frodi commerciali come quella di spacciare per extravergine un prodotto che in realtà ha una qualità inferiore e che solo un palato allenato di un assaggiatore certificato può scoprire.
Caselli: “Un esame fondamentale”
Valgano le parole dell’ex procuratore di Palermo e Torino Gian Carlo Caselli presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti che, proprio per testmagazine.it, ha scritto: “Si afferma da tempo la particolare importanza dell’analisi organolettica (panel test) sull’olio d’oliva – strumento reso obbligatorio, per gli oli da olive extra-vergini e vergini, dal Reg. CEE n. 2568/91 – come elemento di rilevanza significativa nel giudizio della qualità finale degli oli e per rilevare la conformità tra le qualità chimiche ed organolettiche al fine di qualificare un olio come extra-vergine.
Il riconoscimento, a tale diagnosi, di valore di test legale, in combinazione con le analisi di laboratorio, risulta necessario, perché, se è vero che al di là delle indagini chimico-fisiche, merceologico-legali cui vengono sottoposti i prodotti alimentari, il giudizio finale è comunque quello organolettico, è necessario disporre di metodi di analisi che possano avere anche valore legale in sede di eventuale contenzioso”.