Tre distinte sanzioni per un totale di circa 2,4 milioni di euro sono state inflitte dall’Agcom a Tim e a Wind Tre in relazione alle modifiche contrattuali relative al ripristino della fatturazione mensile, per non aver “rispettato gli obblighi normativi vigenti in materia di trasparenza e completezza delle informazioni, nonché di diritto di recesso”. A Wind sono state notificate sanzioni per 870mila euro, mentre a Telecom per 1 milione e 530mila. “Bene, ottima notizia! E’ la legge del contrappasso! Anche se la multa è certo inferiore all’illecito guadagno ottenuto dalle compagnie telefoniche per non aver rispettato fin dal 23 giugno 2017 la fatturazione mensile, è una bella notizia che siano state multate per quando poi sono state costrette a tornarci per via dell’entrata in vigore della legge 4 dicembre 2017, n. 172” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “La trasparenza e la completezza delle informazioni sono sempre un diritto del consumatore. A maggior ragione il diritto di recesso, che non può essere esercitato senza un’informazione esaustiva e chiara” concluder Dona.
Intanto Tim e Vodafone ricorrono al Consiglio di Stato
Nel frattempo, non c’è pace per gli italiani che si sono visti sottrarre in maniera illecita giorni di servizio dalle compagnie telefoniche a causa delle famigerate bollette a 28 giorni. A pochi giorni dalla sentenza del Tar del Lazio che ha confermato l’obbligo di rimborsare gli utenti entro il prossimo 31 dicembre, Tim e Vodafone giocano l’ultima carta per fermare la macchina degli indennizzi: i due gestori hanno fatto appello al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensiva della decisione.
“Abbiamo appreso – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale Movimento consumatori – che Tim e Vodafone, nonostante cause perse e condanne dell’Agcom, confermate dal Tar Lazio, non si arrendono e anche se non sono state ancora pubblicate le motivazioni con le quali il Tar dà ragione all’Autorità, procedono tamburo battente a impugnare una sentenza di cui conoscono solo il dispositivo”. Secondo Mostaccio “si continuerà una guerra contro tutti, in cui l’unico obiettivo sarà quello di lasciare l’amministratore delegato di turno con il cerino in mano nel momento in cui (e non manca molto) correranno i titoli di ‘coda’. Ora ci auguriamo che Windtre e Fastweb non seguano le orme di Tim e Vodafone e rispettino le delibere Agcom”.
A meno che il Consiglio di Stato non dia ragione a Tim e Vodafone, sulla prima bolletta del 2019 dovrebbero essere scalati i giorni di tariffazione erosi ingiustamente durante il periodo delle bollette a 28 giorni.