Anche l’Istituto Ramazzini di Bologna, a cui fa capo il Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni”, ha aderito alla coalizione europeaCittadini per la scienza nel controllo dei pesticidiche ha presentato il suo manifesto in una conferenza stampa a Bruxelles. La coalizione, a cui hanno aderito finora più di 120 organizzazioni e istituzioni e 25 esperti, chiede la riforma dell’attuale modello di valutazione del rischio (risk assestment) dei pesticidi in vigore nell’Unione europea. I firmatari denunciano conflitti di interessi dell’industria agrochimica nell’attuale sistema regolatorio: “è la stessa industria infatti ad effettuare i propri test di sicurezza e ad essere fortemente coinvolta nellaprogettazione dei metodi per la valutazione del rischio” spiegano nel manifesto i promotori della Coalizione, che aggiungono:”I gruppi di esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che conducono la revisione tra pari del dossier della domanda e pubblicano un parere sulla conformità ai criteri per l’approvazione del pesticida, continuano a includere persone con legami finanziari con l’industria agrochimica”.
Conseguenza: collasso della biodiversità e danni gravi alla salute
L’accusa è pesante e indica anche le conseguenze di un sistema ritenuto inefficace: “Il risultato della scorretta attuazione del regolamento è un rapido collasso della biodiversità (uccelli, api, farfalle, rane e insetti) nelle aree agricole e gravi danni agli esseri umani (inclusi danni al cervello del feto non nato e un costante aumento nei tumori ormono-correlati come il seno e la prostata)”.Oltre alla sua incapacità di proteggere la salute e l’ambiente, l’attuale sistema è accusato di non riuscire nemmeno a proteggere la sicurezza alimentare per le generazioni future: “la biodiversità, gli impollinatori e la fertilità del suolo – i mattoni di un’agricoltura produttiva e resiliente – sono messi a rischio dai pesticidi”.
15 punti per scienza sana e cibo sicuro
Il manifesto, dal titolo Scienza rigorosa, cibo sicuro e un ambiente sano, indica 15 punti da tenere presenti nella riforma del sistema. In particolare si chiede di stabilire la priorità della salute pubblica e dell’agricoltura sostenibile, limitando l’uso dei pesticidi come ultima possibilità, una volta applicate e fallite tutte le opzioni non chimiche; si chiede inoltre che i decisori si affidino a dati completi, pubblici aggiornati e liberi dalle influenze dell’industria; e ancora, si chiede che i decisori, la società civile e la comunità scientifica siano messi nella possibilità di verificare l’integrità e l’efficacia delle politiche autorizzative dell’Ue, attraverso la consultazione di dati e risultati che devono essere reperibili in rete in formato coerente e ricercabile.
Belpoggi,(Ramazzini): “In corso revisione regole su pesticidi”
“Oggi – commenta la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini – in tanti affrontano il tema dei pesticidi, ma pochi sanno che è in corso in Europa la revisione delle regole per metterli sul mercato”. Belpoggi spiega: “L’esigenza di una revisione delle regole è scaturita dal caso “Glifosato”: il Parlamento Europeo si è infatti reso conto che le attuali normative erano insufficienti a garantire la sicurezza di un pesticida quando, come residuo, arriva nei nostri piatti e nell’acqua che beviamo. Insediato il comitato PEST, un certo numero di esperti europei indipendenti, fra i quali anch’io, ha deciso di costituirsi in un gruppo di lavoro per raccogliere in un manifesto raccomandazioni che potessero rappresentare un valido supporto alla formulazione delle nuove regole”. I firmatari rappresentano esperti tossicologi, esperti di diritto europeo ed esperti di politiche per abbattere i conflitti di interesse, operano tutti nel settore da molti anni e fanno parte di Ong, Enti e Università prestigiose di tutta Europa.