La ratifica dell’accordo Jefca di libero scambio tra Ue e Giappone è prevista per dopodomani, l’11 luglio, ma secondo il movimento Stop Ttip Italia il vicempremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio avrebbe già dato il suo via libera nonostante le contrarietà più volte espresse in campagna elettorale. Se così fosse ci troveremmo davvero davvero di fronte a una contraddizione: mentre si dà il via libera al Jefca, il ministro delle Politiche agricole Centinaio potrebbe invece non siglare il Ceta.
Trattato segreto
In una nota il movimento che si è opposto in Italia al Ttip, l’accordo di libero commercio poi naufragato tra Usa e Ue, ha denunciato: “Il ministro per lo Sviluppo economico Luigi di Maio – a sorpresa – ha dato il via libera del governo italiano alla firma del Jefta. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, al giornalista che gli chiede: ‘In Europa l’Italia sta dando il via libera a un accordo di scambio con il Giappone, mentre nel contratto di governo avete ribadito la netta contrarietà a questo tipo di accordi, come il Ceta e il Ttip. Avete cambiato idea?’, il ministro e vicepremier ha risposto: ‘Sia noi che la Spagna, insieme alla firma, stiamo inviando delle osservazioni con condizioni precise che riguardano agricoltura, piccole imprese e una serie di interventi necessari'”.
La verità, come denunciano gli attivisti contro l’accordo, è che “il Jefta, come il Ceta (con un paese il cui Pil è tre volte quello del Canada, varrà un quarto del Pil globale) non è emendabile e tutte le raccomandazioni o dichiarazioni che egli voglia accludere alla firma agli effetti pratici sono inutilii e non applicabili perché fuori dal testo legale del trattato che – lo ricordiamo – è ancora formalmente segreto e noto solo grazie al ‘furto’ del documento fatto da Greenpeace“.
Gli effetti sulla sicurezza alimentare
Per quanto riguarda Ogm, limiti di legge ai residui di pesticidi e altre sostanze pericolole, come anche il riconoscimento di Denominazioni di qualità le distanze legislative tra Unione europea e Giappone sono siderali. Basta considerare che per quanto riguarda gli Organismi geneticamente modificata la legge nipponica ammette un residuo fino al 5% mentre in Europa europa è consentito fino allo 0,9%.
Preoccupaizoni analoghe per quanto riguarda le eccellenze del made in Italy, Dop, Igp, Doc: come avvenne per il Ceta solo alcune Denominazione saranno protette (ovvero per questi cibi non potranno esportarsi prodotti italian sounding) ma tantissimi “gioielli” eno-gastronomici restano a rischio contraffazione. Per legge.
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