Ceta, primo via libera dall’avvocatura della Corte Ue all’arbitrato privato tra compagnie e stati

Mentre il fronte delle associazioni NoCeta invita alla mobilitazione per respingerlo, arriva il primo via libera dall’avvocato generale della Corte di giustizia Ue all’arbitrato tra aziende e stati nell’ambito degli accordi commerciali tra Unione europea e Canada. Secondo l’avvocato generale Bot, infatti “il meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato previsto dall’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Canada è compatibile con la normativa dell’UE. L’accordo non pregiudica l’autonomia del diritto dell’Unione e non pregiudica il principio della competenza esclusiva della Corte di giustizia nell’interpretazione definitiva del diritto dell’Unione”.

Il fronte No Isds

Il meccanismo di arbitrato, l’Isds, è fortemente avversato da una coalizione di realtà tra cui Il coordinamento Stop Ttip/Ceta, No triv, Attac, Assobotteghe, A Sud, Fairwatch, Focsiv, Forum italiano dei Movimenti per l’acqua. La ragione è che su tematiche sensibili per l’ambiente e per la sicurezza sanitaria in caso di contenziosi tra aziende investitrici provenienti dal Canada, lo Stato italiano non potrebbe rivolgersi al tribunale ordinario ma dovrebbe affidarsi a un arbitrato privato.

Di Sisto (Stop Ceta): Posizione sbagliata

“Con questo parere, – spiega Monica Di Sisto, portavoce della coalizione Stop Ttip/Ceta – l’avvocato generale della Corte Ue intende dire che quale che sia il parere dell’arbitrato privato, gli Stati e l’Ue stessa possono decidere di procedere secondo le proprie convinzioni, accettando però di pagare sanzioni molto onerose. Dire che l’Isds non pregiudichi l’autonomia dell’Ue, così, mi sembra tutt’altro che vero, considerando che per bloccare un accordo negativo per l’ambiente o per la sicurezza dei cittadini si andrebbe incontro a risarcimenti pesanti”. Oltretutto, Aggiunge Di Sisto, “proprio in una fase in cui molti stati europei hanno dichiarato di voler mettere in cantina il diritto di rivalsa, analogo a quello che scatterebbe con l’Isds, negli accordi bilaterali”. La pronuncia definitiva della Corte è prevista tra marzo e aprile, “Speriamo, come nel caso dei nuovi Ogm, ritenuti differenti dai vecchi dall’avvocatura generale e poi assimilati agli altri organismi transgenici grazie alla sentenza della Corte, che questa posizione venga bloccata” conclude Monica Di Sisto, che invita a firmare la petizione Stop Isds.