Bollette telefoniche, diritto di recesso: le differenze tra compagnie

Le compagnie telefoniche stanno dimostrando che il tentativo di governo e parlamento di ripristinare la normalità dopo la fregatura delle bollette a 28 giorni, rischia di naufragare. Come già raccontato, infatti, tutti i big, con qualche differenza riguardo i servizi offerti, hanno previsto aumenti delle tariffe del 8,6%, pari al 13esimo mese in bolletta che perderanno. Al consumatore rimane come una arma il diritto di recesso, garantito per legge. Infatti, in caso di variazioni contrattuali peggiorative per il cliente, questi ha il diritto di rescindere il contratto senza costi né penali. La normativa prevede il consumatore abbia almeno un mese di tempo dal momento della notifica per fare questa scelta gratuitamente. Vediamo come si stanno comportando le compagnie che entro il 4 aprile, data limite per passare alla tariffazione mensile, dovranno adeguarsi.

Tim

Tim passerà alle nuove tariffe il 5 marzo per i clienti del mobile e dal 1 aprile per il fisso. Per chi vuole darci un taglio con il contratto su smartphone, deve farlo entro il 4 marzo passando a un altro operatore via telefono o recandosi a un negozio di telefonia. Nel caso si voglia rescindere il contratto senza spese dalla linea fissa, invece, il percorso è più faticoso: bisogna inviare una raccomandata alla Casella postale 111 00054 Fiumicino (Roma) o una richiesta via fax al numero 800.000.187, entro il 31 marzo. Non è chiaro perché non ci si possa rivolgere direttamente a un operatore o mandare una semplice mail.

Vodafone

Nel caso di Vodafone, i clienti di rete fissa e abbonamento su mobile passeranno a nuova tariffazione a partire dal 5 aprile, mentre quelli ricaricabile dal 25 marzo. In entrambi i casi, il cliente ha a disposizione 30 giorni a partire dalla ricezione dell’sms che comunica la variazione. Per rescindere il contratto bisogna mandare una raccomandata a/r a Servizio Clienti Vodafone, casella postale 190 – 10015 Ivrea (TO), o una mail pec a [email protected]. o infine passare per l’aria riservata del sito: variazioni.vodafone.it.

Fastweb

L’operatore che è entrato nel settore del mobile da qualche mese avverte che “a partire dal 26 marzo per le offerte mobili ricaricabili, e dal 5 aprile per le offerte fisse e mobili in abbonamento, tutti gli importi saranno calcolati su base mensile”. Per chi volesse cambiare gestore senza andare incontro a penali, Fastweb si comporta diversamente dagli altri operatori, posticipando il mese di tempo in cui il cliente può disdire il contratto: non a partire dalla comunicazione ricevuta ma dal 6 marzo fino al 5 aprile per le offerte fisse o mobili in abbonamento e dal 26 febbraio al 5 aprile per chi ha contratto con ricaricabile. Una scelta che rischia di confondere i clienti.

Wind Tre

Le due compagnie che si sono fuse lo scorso anno sono state le più vaghe, finora, rispetto ai cambiamenti in corso. La comunicazione ufficiale si limita a dire che “a decorrere dal 5 aprile 2018, il costo delle offerte/opzioni relative ai servizi sarà addebitato su base mensile e la fatturazione avverrà con cadenza bimestrale. In caso di modifica delle condizioni dell’offerta sarà inviata una comunicazione personalizzata”. Non essendo arrivata nessuna comunicazione che introduce variazioni tariffarie o relative ai servizi promessi, la compagnia non è tenuta a fornire la possibilità di un recesso senza penali. Ma è difficile che rimanga l’unica a non aumentare il costo delle tariffe dell’8,6%. Più probabile che stia cercando di giocare sui tempi stretti per perdere meno clienti rispetto ai rivali.

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